ROMA – Erdogan trafficante di uomini, a milioni. Il piano di battaglia turco ha un obiettivo più vasto dei trenta chilometri per trecento di terra siriana da annettere di fatto. Erdogan non vuole la terra d’altro per piantarci una bandiera con la mezzaluna, la vuole per piantarci uomini. A milioni.
In quello spazio che si sta prendendo con le armi Erdogan vuole spostare i circa 3,5 milioni di profughi da altri paesi che ora sono in Turchia. Moltissimi di loro sono siriani, ma non del Nord della Siria dove Erdogan li vuole portare, trapiantare. E comunque quel che conta è che sono sunniti. Un trapianto massiccio di sunniti nel Nord della Siria scaccia le popolazioni curde. Si tratta di ingegneria demografica, di sostituzione etnica sostenuta e promossa dai bombardamenti.
E annunciata già sul campo da quella che oggi è la fanteria di Erdogan: le milizie jihadiste che non per caso se trovano in strada un occidentale infedele ne fanno macello e cadavere.
Erdogan trafficante di uomini perché ne vuole scacciare a milioni (i curdi) e sostituirli con sunniti. Il tutto in terre altrui, operando la sua ingegneria demografica oltre i confini della Turchia ma in quello che Erdogan considera il suo spazio vitale. Suo perché assegnatogli dal diritto della forza.
E’ il metodo Erdogan, già fortemente applicato a Cipro. Cipro, a suo tempo la Turchia invase una parte dell’isola e se la prese fondando uno stato satellite sottratto alla legittima Cipro. Allora i nemici erano i greci, quelli da scacciare da un pezzo di isola erano i greci. Il mondo ha accettato di fatto la prepotenza turca a Cipro. Ma ad Erdogan non basta: ora estende a suo piacimento la sovranità turca non solo sulla terra di Cipro turca, ma anche sul mare. I fondali ad Est di Cipro sono mie, sono roba turca e manda navi militari a presidiarli e a impedire altri vi lavorino ed operino (è capitato anche ad una nave italiana essere ammonita e allontanata).
E’ il metodo Erdogan che da anni arresta in patria, epura in patria (centinaia di migliaia di funzionari pubblici, poliziotti, militari, magistrati, insegnanti) cui è stato tolto il lavoro per motivi politici ed esercita prepotenza (non senza il correlato vittimismo nazionalista) al di fuori dei confini.
Di fronte a questo metodo la Nato di cui la Turchia è parte emette un penoso pigolio e invita Erdogan a fare la guerra “con moderazione”. Gli Usa via Trump parlano con lingua biforcuta neanche fossero un colono bugiardo nel vecchio west in un film di terza categoria. E l’Europa, l’Europa sta sotto schiaffo: trema all’idea che Erdogan scarichi in Europa un bel po’ di migranti. E, per non avere un migrante in più, l’Europa si acconcia ad avere nei suoi confini qualche, più d’uno soldato Isis liberato dai fratelli jihadisti armati e in campo nel segno e per conto di Erdogan.