Fbi: pronte sommosse armate contro Biden. Nel Congresso talpe e guide per gli assalitori

di Lucio Fero
Pubblicato il 12 Gennaio 2021 - 09:47 OLTRE 6 MESI FA
Fbi: pronte sommosse armate contro Biden. Nel Congresso talpe e guide per gli assalitori

Fbi: pronte sommosse armate contro Biden. Nel Congresso talpe e guide per gli assalitori (Foto Ansa)

Fbi formalizza in un annuncio-allarme quel che purtroppo non sorprende: sono pronte, si stanno preparando e allestendo proteste di piazza armate contro l’insediamento di Biden presidente. Armate le proteste, come armate sono le milizie pro Trump. Armate in senso proprio, cioè dotate di armi da fuoco. E armate dalla propaganda-predicazione dello stesso Trump che maledice come illegittimo presidente Biden.

Se Biden è un usurpatore, presidente Usa solo a seguito di elezioni rubate e truccate, l’indicazione e il messaggio sono quelli della rivolta e sommossa. Se ne preparano, più o meno grandi, in 50 Stati degli Stati Uniti d’America.

Fbi e Pence comunisti

Parola di Fbi, Federal Bureau Investigation, la legge, i custodi della legge e dell’ordine. Ma ormai parte non piccola della destra americana denuncia e giudica anche Fbi come infestata da traditori e comunisti. Anchorman della destra e parlamentari di stretta osservanza trumpiana non hanno esitato a definire comunista Pence vice presidente di Trump, quel Pence che ha scelto di restare fedele alla Costituzione Usa e non a Trump che chiedeva, ordinava, esigeva di annullare il risultato delle elezioni.

Trump non ci va a passare i poteri, un atto di ribellione

Trump ha fatto sapere che non ci sarà a Washington il 20 gennaio, che non sarà presente al momento del passaggio dei poteri. Non è uno sgarbo a Biden. E’ un atto di ribellione, è il rifiuto di passare i poteri. Non per caso non era mai successo nella storia americana che un presidente uscente negasse se stesso al momento del passaggio dei poteri.

Quel giorno e quel rito sono giorno e rito fondante della democrazia americana, attestano che si può cambiare governo e presidente senza guerra e sangue, timbrano una reciproca legittimazione tra chi si è affrontato in campagna elettorale. Trump disdegna questo rito fondante che è tutt’altro che cerimonia formale, lui col cuore e con la mente sarà con le proteste e sommosse armate.

Talpe complici al Congresso

Con il cuore, la mente e anche con tutto ciò che potevano dalla parte di coloro che assaltavano il Congresso. Talpe e complici dei rivoltosi tra i parlamentari trumpiani. Non solo cuore che batteva, anche mani che operavano. Man mano che si ricostruiscono quelle ore vengono fuori pezzi d’America per così dire reale. Il parlamentare trumpiano che segnalava minuto per minuto dove era Nancy Pelosi, l’odiata Nancy Pelosi, quella a cui farla pagare, quella da mettere in galera come in galera doveva andare Hillary Clinton, quella da raggiungere per darle almeno una lezione.

Il parlamentare trumpiano segnalava agli assaltatori la posizione della Pelosi. E i molti, tanti poliziotti tra gli assalitori. E la Casa Bianca che negava, si negava alle richieste di aiuto e rinforzi che venivano dalla polizia del Congresso, Trump teneva ferma la Guardia Nazionale. Ferma fino a che Pence non l’ha chiamata. 

No, non è stato folklore estremista e neanche assalto da operetta. I media che non sono riusciti a sottrarsi all’ipnosi da sciamano ancora una volta hanno visto e guardato l’albero e non la foresta. Lo sciamano, le corna…per i media l’immagine-sostanza di quel che è accaduto. Mentre invece l’immagine e la sostanza sono quel parlamentare che segnalava agli assalitori dove trovare Nancy Pelosi per darle una lezione.

Trump censurato? Sicuri di sapere cosa è censura?

Mentre in Usa si organizza e si tenta la replica su scala nazionale della sommossa di Washington, sommossa contro la legge, le istituzioni, il voto e la volontà del corpo elettorale, gran dibattito e cruccio sul Trump censurato dai grandi social network.

Censurato, è questa la parola esatta? Se scrivo che Biden porterà l’America alla rovina, se scrivo che Biden è un comunista mascherato, se scrivo perfino che secondo me ci sono stati brogli elettorali nella sua elezione e qualcuno impedisce che io possa scriverlo, allora sì, è censura. Ma se scrivo e comunico: Biden illegittimo, colpa di una banda di corrotti e traditori annidati in Parlamento, è ora di dare loro una lezione…Allora se qualcuno ferma il mio messaggio non è censura, è al contrario ordine pubblico, doveroso ordine pubblico ed è sottrarsi, doverosamente sottrarsi alla complicità in atti e progetti illegali prima ancora che violenti.

Le opinioni, se sono tali, non si censurano. Ma se vado davanti Montecitorio e prima di andarci ho convocato via social un bel po’ di gente e via social ho spiegato che la patria chiama ad assaltare quel palazzo e chi ci sta dentro, se faccio tutto questo per di più il giorno che stanno eleggendo il Presidente della Repubblica, questo è esercizio della libera opinione? Proprio no, in qualunque paese del mondo il minimo è un  poliziotto che mi ferma e un magistrato che mi denuncia. 

Se nell’androne del mio condominio metto cartello con sopra elogio della cocaina, in particolare quella di cui segnalo potrei dare indicazioni, è censura se il condominio toglie il cartello con la mia “opinione”. Libertà di opinione come ogni libertà non può essere assoluta senza diventare qualcosa d’altro, qualcosa che assume altra natura e sostanza da quella della libertà. L’uomo cosiddetto della strada non è tenuto a sapere, non è tenuto ad aver studiato come la democrazia sia nata e consista non perché il popolo faccia sempre e comunque come gli pare.

Democrazia è argine e regola a volontà popolare decisiva ma non onnipotente

E lo stesso vale per la libertà d’opinione che non conosce opinione e pensiero da censurare ma conosce la differenza tra opinione e attacco alla convivenza civile. L’uomo del strada non è tenuto a sapere, giornalisti, politici e volti e voci da talk sarebbero invece tenuti a sapere. La stragrande maggioranza di loro elude questo obbligo, non sa, non ha studiato, non conosce, non capisce. Purtroppo anche non pochi dei pochi che sanno preferiscono cedere ad un riflesso di lobby, di ruolo, di professione, di Io First e denunciano, proclamano; non si censura mai nessuno. Non pensano in realtà a Trump, pensano a se stessi. Per l’assoluta e totale incontinenza e permanenza della cattedra o della rubrica si venderebbero la democrazia. Opinione da non censurare ma da valutare per quel che vale.