“Femen”, le femministe ucraine nude contro un Paese-bordello

Pubblicato il 23 Luglio 2010 - 20:14| Aggiornato il 26 Luglio 2010 OLTRE 6 MESI FA

Sono giovani, belle e molto arrabbiate. Ce l’hanno, dicono, con gli uomini, soprattutto quelli che vengono in Ucraina con in mente solo il sesso, in cerca di avventure con il portafoglio carico di euro o dollari, dall’Europa o dagli Stati Uniti. Per queste donne “l’Ucraina non è un bordello”, “il sesso non è in vendita” e “la bellezza salverà il mondo”: si chiamano Femen e ormai da qualche tempo sono più che una nota di colore nelle cronache locali, in particolare da quando hanno iniziato a buttarla in politica, puntando ad arrivare in parlamento con le prossime elezioni legislative del 2012.

Il gruppo di attiviste ucraine, femministe un pò sui generis, ha preso di mira recentemente anche il primo ministro Mykola Azarov, colpevole secondo loro di essere maschilista nelle sue scelte, visto che il nuovo governo messo in piedi un paio di mesi fa è formato solo da uomini.

Il premier, anche per dare un’altra stoccata al suo predecessore Yulia Tymoshenko finita all’opposizione, ha detto inoltre che la politica non è “cosa da donne”. Azarov è stato anche ben sostenuto dal presidente Victor Yanukovich, che ha rincarato la dose sostenendo che il gentil sesso deve stare in cucina e non occuparsi di cose pubbliche. Immediata la protesta di Femen e della loro leader Anna Hutsol, che in una lettera aperta ai due signori ne ha chiesto in sostanza le dimissioni, dicendo che in un Paese civilizzato certe dichiarazioni simbolo di una società arcaica non sarebbero state senza conseguenze.

Naturalmente Azarov e Yanukovich sono ancora oggi al loro posto e le combattive signorine di Femen non perdono occasione per far parlare di sé con azioni di protesta che naturalmente mettono in primo piano importanti questioni (la diffusione della prostituzione e il turismo del sesso) e i loro fisici prorompenti. Anna e le sue compagne di lotta hanno l’abitudine di buttarsi mezze nude nelle fontane di Kiev, protestare nelle piazze in monokini, e talvolta si fanno bloccare dalla polizia che non senza qualche imbarazzo tenta di contenere tanto temperamento.

Yulia Tymoshenko