Fmi: Christine Lagarde dopo Strauss-Kahn? I problemi sono “emergenti”

di Antonio Sansonetti
Pubblicato il 21 Maggio 2011 - 12:20 OLTRE 6 MESI FA

Christine Lagarde (Ap - Lapresse)

Pochi potevano pensare fino a qualche giorno fa che il destino di un’istituzione del peso del Fondo Monetario Internazionale potesse cambiare in una camera d’albergo. Ma Dominique Strauss Kahn ora è libero solo su cauzione e l’Fmi deve trovare una nuova guida. Trova molti consensi il nome di Christine Lagarde, classe 1956, francese, ministro delle Finanze nel governo Sarkozy ma con dieci anni di esperienza in America come avvocato nei piani alti del “corporate law”. Eppure sarà una battaglia.

Perché Christine Lagarde fa parte del governo Sarkozy, mentre Strauss Kahn era di area socialista? Così pensano i complottisti, quelli che ritengono una trappola piazzata da Sarkozy o chi per lui tutta la vicenda della presunta violenza sessuale su una cameriera da parte di un presidente dell’Fmi in un albergo di una catena francese. No, non sono i socialisti francesi a mettersi di traverso sulla candidatura-Lagarde.

Perché Christine Lagarde è francese? No, neanche per questo. L’Italia è in debito (leggi qui) con la Francia per l’appoggio dei transalpini a Mario Draghi presidente della Bce. Infatti uno dei primi leader non francesi a dire che la Lagarde è “un’ottima scelta” è stato Silvio Berlusconi. Gli si è accodato subito Giulio Tremonti. Il pezzo grosso europeo per eccellenza, la Germania, appoggerebbe la Lagarde. Angela Merkel potrebbe proporre il nome di Axel Weber, ex Bundesbank, ma non lo ha ancora fatto. Apprezzamenti alla candidatura francese sono arrivati dal ministro delle finanze svedese Anders Borg, dal commissario Ue finlandese Olli Rehn, dal presidente della Commissione Ue, il portoghese José Manuel Barroso. E ancora da presidente dell’Eurogruppo, il lussemburghese Jean-Claude Juncker.

Perché Christine Lagarde non è americana? Neanche. Il presidente dell’Fmi è da sessant’anni un europeo, per via di un patto che assegna a un americano la presidenza della Banca Mondiale e a un nome del Vecchio continente la poltrona più ambita del Fondo monetario. In più, essere una francese, la Lagarde parla un ottimo inglese, grazie ai 24 anni passati a lavorare nello studio legale americano Baker & McKenzie.

Il vero problema è che Christine Lagarde è un’europea e questo non piace ai paesi emergenti, capitanati dai “Bric” (Brasile Russia India Cina), che reclamano quella carica all’Fmi. Il Brasile è stato il primo ad annunciare che le nazioni emergenti avrebbero presentato un nome “forte”. La Cina ha iniziato a far circolare il nome di Zhu Min. E poi il turco Kemal Dervis, il sudafricano Trevor Manuel, l’indiano Montek Singh Ahluwalia. E ancora l’indonesiana Sri Mulyani Indrawati e il giapponese Haruhiko Kuroda. Appuntamento a Deauville, si può dire parafrasando un cartoon di successo, perché è lì che il 26 e il 27 maggio si terrà il prossimo G8, in Francia. E questa volta non sarà in discussione il ruolo degli Stati Uniti, ma il peso dell’Europa.