Gaza, Israele accetta tregua 12 ore. Ma non i 7 giorni della proposta Usa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Luglio 2014 - 20:27| Aggiornato il 26 Luglio 2014 OLTRE 6 MESI FA
Gaza, Israele rifiuta la tregua proposta dagli Usa

(Foto Lapresse)

GAZA CITY – Dodici ore sì, 7 giorni no. Israele è disponibile a un cessate il fuoco di mezza giornata nella Striscia di Gaza a partire dalle 8 alle 20 di sabato, ma boccia la proposta di una tregua lunga, di 7 giorniavanzata dal segretario di Stato americano, John Kerry, e dal segretario generale dell‘Onu, Ban Ki Moon. Il gabinetto di sicurezza presieduto dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha deciso così.

Il cessate il fuoco serve a consentire alla popolazione civile palestinese di ottenere cibo ed acqua e alle organizzazioni internazionali di portare aiuti umanitari e rifornire gli ospedali di medicine. Anche Hamas ha fatto sapere che in quelle 12 ore non attaccherà il territorio dello Stato ebraico.

Nel suo comunicato, l’esercito israeliano detta alcune condizioni:

“I civili di Gaza ai quali è stato chiesto di lasciare le proprie case dovranno astenersi dal farvi ritorno. E l’esercito risponderà se i terroristi tenteranno durante questo periodo di approfittarne per attaccare i soldati o sparare su civili israeliani. Durante la tregua – precisa la nota – le attività operative per localizzare e neutralizzare i tunnel della Striscia di Gaza proseguiranno”

Era stato lo stesso leader di Hamas, Khaled Meshal, a spiegare alla Bbc:

“Serve un cessate il fuoco e la fine del blocco di Israele a Gaza il più presto possibile. Le persone non possono ricevere assistenza sanitaria o andare al lavoro. Perché il popolo di Gaza deve essere punito con questa morte lenta nella più grande prigione del mondo? Questo è un crimine”.

La decisione di rigettare per ora la “proposta lunga” del segretario di Stato Kerry è legata al fatto che Israele intende restare nella Striscia di Gaza e continuare a distruggere i tunnel di Hamas, ha spiegato la tv di Stato israeliana. Israele vorrebbe tenere questo requisito all’interno di un accordo per un cessate il fuoco temporaneo.

Il piano americano prevedeva sette giorni di cessate il fuoco, da iniziare nel fine settimana, in coincidenza con la festa dell’Eid al-Fitr che segna la fine del Ramadan, il mese del digiuno. Sette giorni per lavorare ad un definitivo cessate il fuoco.

Dall’8 luglio, quando è iniziata l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza, sono oltre 823 i civili palestinesi morti, più di 5.240 quelli feriti, mentre sono 32 i morti israeliani, di cui solo tre civili. Tra le vittime nella Striscia si contano anche 170 bambini e 16 scuole danneggiate dai bombardamenti.

Al 18esimo giorno di conflitto la tensione è aumentata anche in Cisgiordania dopo gli scontri fra dimostranti solidali con la popolazione della Striscia e reparti dell’esercito a sud di Ramallah, dove sono morti cinque palestinesi. Altri due giovanissimi sono rimasti uccisi negli scontri con l’esercito israeliano, proseguiti nella notte tra venerdì e sabato. Il più giovane, 16 anni appena, in un villaggio a Sud id Betlemme. L’altro, di 18 anni, è invece stato ucciso durante una protesta al checkpoint di Jalama, nel nord della Cisgiordania.

Da Betlemme a Hebron, passando da Gerusalemme, scene da nuova Intifada si sono replicate durante tutta la notte immediatamente precedente all’annunciata tregua di 12 ore tra Israele e Hamas. A Gerusalemme est le forze di sicurezza israeliane hanno aperto il fuoco rispondendo al lancio di proiettili.