Gentiloni: “C’è il rischio che Isis si sposti in Libia”

di redazione Blitz
Pubblicato il 2 Febbraio 2016 - 11:52 OLTRE 6 MESI FA
Gentiloni: "C'è il rischio che Isis si sposti in Libia"

Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni

ROMA – Dopo le sconfitte militari in Iraq e in Siria, “c’è il rischio che l’Isis si sposti in Libia“, cioè alle porte dell’Italia. E’ quanto afferma al quotidiano Il Messaggero, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che proprio oggi, martedì 2 febbraio, ospiterà a Roma il vertice della coalizione anti-Isis cui partecipano 23 paesi.

A dicembre scorso gli Stati Uniti avevano chiesto all’Italia di partecipare ai raid aerei. Intervistato da Marco Ventura, Gentiloni spiega che da parte nostra non c’è “nessuna ritrosia. L’Italia è uno dei 5 o 6 paesi al mondo più impegnati nel contrasto a Daesh. Dopo Londra e Parigi, il vertice di questo gruppo ristretto si riunisce a Roma per rilanciare l’azione della coalizione”.

Sull’andamento della campagna, Gentiloni precisa: “Nel 2015 è stato sottratto a Daesh il 40% del suo territorio in Iraq e il 20% in Siria. Quasi interrotte le linee di comunicazione tra Raqqa e Mosul. Vedremo in quale misura potremo mettere all’ordine del giorno nei prossimi mesi la liberazione di Mosul. C’è anche un tema più politico – aggiunge – il sostegno al governo iracheno e al suo impegno per stabilizzare le zone liberate. Alcune realtà, come Tikrit, sono più incoraggianti. Altre, come Ramadi, ancora critiche. Non basta sconfiggere Daesh militarmente in Iraq. Bisogna collaborare col governo perché alla liberazione corrisponda una capacità di stabilizzare e gestire le città in modo inclusivo”.

Su quale sia il ruolo degli italiani, il titolare della Farnesina chiarisce: “Siamo leader nella formazione delle forze di polizia irachene che devono riprendere il controllo delle aree liberate. Abbiamo addestrato oltre 2mila peshmerga curdi, e continuiamo a farlo”. “C’è in effetti il rischio che le sconfitte militari in Iraq, e in parte anche in Siria, portino alcuni combattenti di Daesh a spostarsi in Libia. Dobbiamo prendere questo rischio in considerazione”.

Sulla sfida tra Italia e Germania, il titolare della Farnesina spiega: “Abbiamo un orizzonte diverso circa le politiche economiche dell’Ue, su questo non c’è dubbio che l’impostazione italiana e tedesca siano diverse. Al tempo stesso, abbiamo con la Germania un orizzonte condiviso su molte questioni strategiche di politica estera e sulle politiche migratorie. Che cosa tiene insieme questi due diversi orizzonti? La consapevolezza che Italia e Germania sono due protagonisti della realtà dell’Ue e quindi che i rapporti tra questi due paesi, sia quando ci sono punti di distinzione sia quando ci sono forti sintonie, sono fondamentali per il futuro della Ue”.