George H. Bush morto a 94 anni: addio al 41° presidente Usa

George H. Bush morto a 94 anni: addio al 41° presidente Usa (Foto Ansa)

WASHINGTON – George H. Bush è morto la sera del 30 novembre all’età di 94 anni. Il 41° presidente degli Stati Uniti e padre di George W. Bush soffriva di Parkinson ed era costretto su una sedia a rotelle da tempo. L’ex presidente si è spento otto mesi dopo la morte della moglie, l’ex first lady Barbara Bush. A dare il triste annuncio è stato il portavoce della famiglia Kim McGrath e tra i primi a far sentire il proprio cordoglio ci sono stati l’ex presidente Barack Obama e l’attuale Donald Trump.

Bush padre è stato un eroe della seconda guerra mondiale e alla guida della Casa Bianca dal 1989 al 1993, nel periodo della fine della Guerra fredda. Visse il suo momento più alto di popolarità con la Guerra del Golfo del 1991, quando gli Stati Uniti sconfissero l’Iraq dopo l’invasione del Kuwait. Popolarità che fu pi travolta dalla crisi economica di quegli anni che lo condannò ad essere presidente di un solo mandato. A sconfiggerlo nelle urne fu Bill Clinton. 

Negli ultimi anni era stato ricoverato più volte, ma era sempre riuscito a riprendersi, non nascondendo in diverse occasioni anche la sua avversità verso le posizioni dell’attuale presidente Donald Trump, che alle primarie del 2016 sconfisse l’altro suo figlio, Jeb Bush.

Obama su Twitter dopo aver saputo della notizia ha scritto: “L’America ha perso un patriota e un umile servitore. I nostri cuori oggi sono pesanti ma pieni di gratitudine. E i nostri pensieri vanno al’intera famiglia Bush stanotte e a tutti quelli che sono stati ispirati dall’esempio di George e Barbara Bush”. 

Anche il presidente Trump ha commentato la scomparsa da Buenos Aires dove si trova per il G20 insieme alla first lady Melania: “Ha ispirato generazioni di americani. Con giudizio, buon senso e impassibile leadership Bush ha guidato il nostro Paese e il mondo verso una pacifica e vittoriosa fine della Guerra fredda. Il suo esempio continuerà a ispirare gli americani a perseguire le cause più giuste”.