Tensione Seul-Pyongyang: gli Usa cercano l’aiuto di Cina e Russia

hillary clinton
Pubblicato il 27 Maggio 2010 - 14:04 OLTRE 6 MESI FA

Il segretario di Stato Hillary Clinton con il presidente sudcoreano Lee Myung-bak

Con l’aumento quasi giornaliero delle tensioni tra le due Coree – giovedi Pyongyang ha annullato un accordo di non aggressione navale con Seul – gli americani stanno intensificando i loro sforzi con l’obiettivo di cambiare l’atteggiamento ”comprensivo” di Pechino nei confronti della Corea del Nord, a quanto rileva il New York Times.

L’ultimo esempio di questi tentativi di riavvicinamento ha visto protagonista il segretario di stato Usa, Hillary Clinton, durante la sua visita a Seul mercoledì. Ribadendo la solidarietà degli Stati Uniti nei confronti dela Corea del Sud, Paese al quale Washington sarà vicina ”per sempre”, la Clinton si è rivolta non solo al presidente sudcoreano Lee Myung-bak, ma anche ai dirigenti cinesi.

Il segretario non poteva essere più esplicito: ”Noi crediamo – ha detto – che sia nell’interesse di tutti, inclusa la Cina, persuadere efficacemnte la Corea del Nord a cambiare la direzione della sua politica”.

La Clinton ha praticamente implorato i cinesi di leggere il rapporto di 400 pagine del governo sudcoreano la cui conclusione è che è stato un sottomarino nordcoreano a silurare ed affondare, uccidendo 46 marinai, la nave da guerra sudcoreana Cheonan nel marzo scorso. Il segretario si è fatto inoltre promotore di un incontro, che avverrà venerdi a Seul, tra il presidente Lee e il primo ministro cinese Wen Jiabao. La speranza di Washington è che l’incontro servirà a convincere la Cina di appoggiare una risoluzione di condanna di Pyongyang da parte delle Nazioni Unite.

Gli sforzi americani per assicurarsi l’appoggio della Cina alla Corea del Sud stanno diventando, rileva il Nyt, una sorta di test su come il presidente Barack Obama gestisce i rapporti con Pechino, divenuta più assertiva sul piano mondiale ma alle prese con le stesse insicurezze e divisioni interne che hanno per lungo tempo preoccupato i suoi leader.

Il processo decisionale della Cina in materia di politica estera è notoriamente ultrasegreto, ma funzionari americani affermano di aver colto indicazioni secondo cui in seno alla dirigenza vi sono divergenze su come rispondere al comportamento nordcoreano, in particolare tra il partito e i miliari. Questo dibattito è emerso l’anno scorso, quando la Corea del Nord sperimentò un ordigno nucleare, ed è accelerato dopo l’attacco alla nave sudcoreana.

Un alto funzionario dell’amministrazione Obama ha dichiarato che la Cina ”è profondamente frustrata dal comportamento di Pyongyang nella misura in cui complica i piani per la sua stessa sicurezza”.

Per esempio, gli Stati Uniti e la Corea del Sud condurranno manovre navali congiunte al largo della Penisola Coreana. Le loro truppe stanno collaborando per migliorare la preparazione militare. E il Giappone ha abbandonato la sua contrarietà al trasloco in altro luogo dell’Isola di Okinawa della base aerea dei Marines, nel timore dello scoppio di ostilità dalle sue parti.

Tutto questo non è sfuggito alla Cina, che vede questi sviluppi come un ostacolo alle sue ambizioni, ha rilevato un funzionario dell’amministrazione Obama.

La Clinton sta anche cercando di ottenere l’appoggio della Russia, che ha spesso influenzato il voto della Cina al Consiglio di Sicurezza, dove entambi i Paesi hanno potere di veto. E’ una formula che funzionari dell’amministrazione dicono di aver impiegato con un certo successo quando si è trattato di superare l’opposizione della Cina a sanzioni contro l’Iran per via del suo programma nucleare.

Ma, conclude il Nyt, come con il problenma iraniano, la questione di Cina e Corea del Nord sarà probabilmente lento, difficile e suscettibile di battute di arresto.