Hillary Clinton: “Avrei dovuto usare 2 telefonini, ma nessun rischio sicurezza”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Marzo 2015 - 21:52 OLTRE 6 MESI FA
Hillary Clinton: "Avevo una sola mail per comodità." Dipartimento di Stato le pubblicherà

Hillary Clinton: “Avevo una sola mail per comodità.” Dipartimento di Stato le pubblicherà

WASHINGTON – Il Dipartimento di Stato Usa fa sapere che pubblicherà le mail della Clinton durante il suo mandato da segretario di Stato su un apposito sito web. Lo ha detto il portavoce Jen Psaki prima dell’inizio della conferenza stampa con cui Hillary Clinton ha provato a spiegare il perché abbia ricorso ad un server di posta privato anche per lo scambio di email ufficiali mentre era segretario di Stato.

Con il senno di poi “sarebbe stato meglio utilizzare due telefoni e due indirizzi e-mail”. Hillary Clinton rompe il silenzio e risponde alle domande che da una settimana si fa l’America. Come le è stato chiesto sia dai repubblicani come dai democratici. E lei lo ha ammesso: sarebbe stato piu’ “smart”, più furbo, ha detto, ma “l’ho fatto per comodità”, ha spiegato, “ed era permesso”. Il resto, per Hillary sono dettagli. E’ chiaro dal tono della conferenza stampa affollatissima al palazzo di vetro dell’Onu, dove la ex segretario di Stato aveva prima parlato di diritti delle donne. Avrebbe probabilmente voluto proseguire su quella linea. Ma non era più possibile evitare il tema, lasciare che l”e-mail gate” esploso dopo le rivelazioni del New York Times sull’utilizzo esclusivo di indirizzo mail e server privati durante il suo mandato a capo del dipartimento di Stato, crescesse ancora e la fagocitasse. Bisogna invece sgomberare il campo. Rispondere alle domande e andare avanti. Magari a preparare la corsa per la Casa Bianca. Non ne parla mai Hillary e a domanda precisa svicola, traccheggia.

Non è quindi questa la prima tappa della campagna elettorale per diventare la prima presidente degli Stati Uniti -come forse speravano i molti giornalisti accorsi, comprese grandi firme e volti noti – ma e’ un passo indispensabile per prepararla. E’ stata la prima conferenza stampa in due anni, la prima volta che Hillary e’ tornata a parlare al Paese: “mi fido degli americani”, ha detto, nella comprensione che “ho preso misure senza precedenti nel rendere pubbliche tutte le e-mail di lavoro”. In tutto 60mila, inviate e ricevute. Metà di natura personale, metà di lavoro. Le prime sono state cancellate “non avevo ragione di tenerle”.

Le altre consegnate al Dipartimento di Stato: 55mila pagine. Una volta esaminate, quella parte di e-mail che verranno considerate adeguate per la divulgazione, saranno pubblicate in un’unica soluzione su un apposito sito web. Lo ha annunciato a Washington il portavoce del dipartimento di Stato pochi minuti prima che Hillary Clinton cominciasse a parlare a New York. La ex segretario di Stato se ne rallegra: “Una volta che il pubblico le vedrà avrà uno sguardo senza precedenti sulla vita lavorativa di un alto funzionario del governo”. Solo il rammarico, quindi, e con il senno di poi, per una valutazione poco ‘smart”, per aver pensato che portare con sè un solo telefono (il blackberry ndr.) Sarebbe stato semplicemente più comodo. Perché per il resto è tutto regolare e si può spiegare: “Non ho inviato via e-mail materiale classificato”, ha detto, “ho tenuto fede alle mie responsabilità”, ha insistito. C’è però già chi si chiede se le sue risposte non abbiano finito generare altre domande. In realtà e’ una sola: se gli americani saranno disposti a ‘perdonare’ questa mossa poco “smart” ad una donna che sull’essere “smart” ha costruito vita, carriera e campagne Lo si vedrà nei prossimi sondaggi.

Intanto nei più recenti vola: ad appoggiarla per la Casa Bianca è infatti il 44% degli americani, contro il 23% di Jeb Bush, il probabile frontrunner repubblicano, stando ad un rilevamento di Wall Street Journal e Nbc, secondo cui tra gli elettori democratici ben l’86% è pronto ad appoggiare l’ex first lady nel corso delle primarie del partito. Il video della conferenza stampa con la traduzione, pubblicato dal sito de La Stampa.