Hong Kong, Londra offre il passaporto britannico a 300mila cittadini. La Cina minaccia “contromisure”

di redazione Blitz
Pubblicato il 29 Maggio 2020 - 14:23 OLTRE 6 MESI FA
Hong Kong, Londra offre il passaporto britannico a 300mila cittadini. La Cina minaccia "contromisure"

Hong Kong, Londra offre il passaporto britannico a 300mila cittadini. La Cina minaccia “contromisure” (Foto Ansa)

LONDRA  –  Dopo la repressione delle proteste e la nuova legge sulla sicurezza nazionale a Hong Kong varata da Pechino, il Regno Unito offre visti più facili e un percorso agevolato per avere il passaporto britannico ai cittadini dell’ex colonia britannica. 

Lo ha annunciato il governo di Boris Johnson in risposta alla Cina se  questa non rinuncerà all’imposizione della nuova legge già condannata da Londra, Usa, Canada e Australia come “una violazione” delle garanzie sul modello ‘uno Stato, due sistemi’ previsto dalla Dichiarazione sino-briannica che sancì la restituzione del territorio. 

La possibile mossa britannica è stata minacciata apertamente dal ministro degli Esteri britannico, Dominic Raab.

Varrebbe per quei cittadini di Hong Kong, circa 300mila attualmente, già in possesso del documento di British National (Overseas – Bno) una sorta di passaporto bis che al momento consente ai titolare solo di visitare il Regno Unito senza visto per periodi fino a 6 mesi, senza metterne in discussione la nazionalità cinese esclusiva.

“Se la Cina continua lungo la strada intrapresa e dà attuazione a questa legislazione sulla sicurezza nazionale, noi rimuoveremo il limite dei sei mesi e consentiremo ai titolari dei passaporti Bno di chiedere di estendere il periodo (di permanenza nel Regno Unito) fino a 12 mesi per motivi di lavoro o di studio”, ha spiegato il capo del Foreign Office.

Tempo sufficiente, ha sottolineato, a far maturare il diritto per “avviare il percorso verso una futura cittadinanza” britannica.  

La Cina, in risposta, ha minacciato l’adozione di “necessarie contromisure” contro la Gran Bretagna se Londra allenterà le sue norme sui passaporti per i residenti di Kong Kong, consentendo ad esempio la possibilità di soggiorni prolungati.

Lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri, Zhao Lijian, in merito alle ipotesi ventilate dal Foreign Office.  

Pechino ha anche presentato “proteste formali” contro Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada e Australia che giovedì 28 maggio hanno firmato la nota congiunta di condanna sull’imposizione da parte di Pechino della legge sulla sicurezza nazionale a Hong Kong.

“Queste nazioni non hanno titolo o basi legali per citare la Dichiarazione sino-britannica”, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri.

La nota ha lamentato la violazione “diretta degli obblighi internazionali” cinesi secondo la dichiarazione firmata prima della restituzione di Hong Kong e “registrata dall’Onu”.  (Fonte: Ansa)