Inferno a Teheran/ I blogger, ”la polizia spara sui dimostranti a piazza Baharestan, dozzine di feriti, forse quattro morti, è un massacro”, duemila arresti

Pubblicato il 24 Giugno 2009 - 18:44 OLTRE 6 MESI FA

Le forze di sicurezza iraniane hanno respinto mercoledi i dimostranti riuniti nella piazza Baharestan a colpi di manganelli e di armi da fuoco in quello che viene definito ”un inferno”, a quanto riferisce la Cnn. L’emittente cita un testimone oculare secondo il quale la polizia sta picchiando e falciando i manifestanti ”come animali”.

The Huffington Post pubblica il blog di un iraniano secondo il quale nella piazza la polizia ”sta facendo a pezzi la gente con le asce, c’e’ sangue dappertutto”.  Dall’inizio delle proteste dopo le contestate elezioni del 12 giugno gli arresti sarebbero oltre duemila.

Un messaggio lanciato su Twitter dice che “Teheran oggi è un inferno”. E parecchi blog riferiscono di scontri con morti e feriti. I gruppi armati del regime, secondo i resoconti, sparano sui manifestanti che si sono riuniti nella piazza.

Sul quotidiano britannico The Guardian un blogger riferisce che polizia e basiji hanno picchiato una donna in maniera talmente brutale da ridurla a terra coperta di sangue, mentre il marito è svenuto. ”Un massacro – scrive il blogger – non so come descrivere altrimenti quanto sta accadendo, un massacro. La polizia spara sulla folla o picchia la gente a morte”.

Al Arabiya e il Guardian riferiscono di feriti tra i sostenitori del capo dell’opposizione Mir Hossein Mousavi e di probabili vittime, forse quattro. Scrive un altro blogger: “Tutti gli ospedali sono circondati dalla milizia per controllare perché la gente ci entra, se per ferita da arma da fuoco o da manganello. Poi ti picchiano e ti arrestano”.

La Cnn pubblica un drammatico video in cui una donna da Teheran denuncia con voce rotta dalla paura la feroce repressione dicendo tra l’altro anche lei che le forze di sicurezza sparano sulla folla.

Dopo aver sostenuto per giorni che le foto e i filmati erano fabbricati ad arte, per la prima volta mercoledi la polizia iraniana ha ammesso che è stata effettivamente uccisa da un proiettile Neda Agha-Soltan, la giovane divenuta simbolo della protesta. Secondo alcuni testimoni, ad aprire il fuoco sulla donna sarebbe stato un uomo non ancora identificato, ma non un agente delle forze di sicurezza.

Uso improprio di fondi pubblici, nomine pilotate tra gli organizzatori della consultazione, schede senza numero di serie, troppi timbri in circolazione, rappresentanti di lista dell’opposizione tenuti alla larga dai seggi dove forse sono arrivate urne già piene di voti. Queste le accuse contenute in un comunicato di tre pagine pubblicato sul sito di Mousavi.

Nel testo, il “Comitato per la protezione dei voti” chiede la creazione di una “commissione”, “accettabile per tutte le parti in causa”, che operi “per esaminare tutta la procedura elettorale”. Il documento denuncia “l’utilizzo su larga scala di mezzi del governo in favore del proprio candidato”, il presidente Mahmud Ahmadinejad.