Intercettazioni, Fini: “L’approvazione della manovra ha la priorità”

Pubblicato il 14 Giugno 2010 - 18:46| Aggiornato il 23 Giugno 2010 OLTRE 6 MESI FA

Gianfranco Fini

Il disegno di legge sulle intercettazioni può essere approfondito, prioritaria è invece l’approvazione del decreto legge sulla manovra mentre del federalismo fiscale, che può rappresentare una enorme opportunità anche per il Mezzogiorno, devono esser certificati i costi.

E’ quanto ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, intervenendo a Benevento ad un incontro intervista promosso dall’associazione Mezzogiorno Nazionale, presieduta dal sottosegretario Pasquale Viespoli.

Fini, rispondendo alle domande del direttore de Il Mattino Virman Cusenza, ha detto che in Italia “c’è stato un eccesso di intercettazioni” ma “non abuso” e per questo la questione andava regolamentata ma per la terza carica dello Stato, dopo due anni di confronto, la questione può essere ancora approfondita considerate anche le perplessità espresse dal mondo della stampa e dai magistrati.

Se da più parti arrivano delle osservazioni al disegno di legge, è opportuno a giudizio di Fini “approfondire la vicenda. Si discute da due anni e se passa ancora qualche mese può andare bene” anche perché bisogna mettersi al riparo da qualche sospetto “che si possa indebolire la lotta alla criminalità”.

“Perché dobbiamo correre tanto prima delle vacanze estive, come se ci fosse qualche nemico da combattere?”, ha detto ancora Fini. E sulle priorità non ha dubbi: la precedenza deve spettare alla manovra perché “chi conosce il regolamento della Camera e la Costituzione non ha dubbi” sul fatto che un decreto abbia la precedenza su un disegno di legge.

“L’intervento deciso dal Governo per fronteggiare la crisi è stato scritto con un dl – ha spiegato Fini – E il decreto legge deve essere discusso ed approvato nell’arco di 60 giorni”.

Sul federalismo fiscale, Fini ha detto che è necessario conoscere quali siano i costi. “Può rappresentare una grande opportunità per il Sud – ha spiegato Fini – perché gli amministratori dovranno metterci la faccia”.

“Non pongo questioni ostili alla Lega”, ha spiegato il presidente della Camera “ma nella prima fase bisogna garantire il diritto di ogni cittadino di avere nell’ambito di costi certi la garanzia dei servizi”. Garanzie che dovrebbero essere chieste, per altro verso, anche alle imprese che dallo Stato ricevono aiuti.

Meglio allora, è stato il ragionamento di Fini, chiudere la stagione della distribuzione degli incentivi alla produzione aprendo la strada ad un meccanismo di detrazione dalla dichiarazione dei redditi, per scongiurare il rischio di facilitare “i soliti furbi” aumentando la responsabilizzazione.

Di imprese e di “responsabilità” il presidente della Camera ha parlato anche guardando a quanto stava accadendo attorno alla Fiat di Pomigliano dicendosi soddisfatto per come si è chiusa la vicenda: “Cosa ha chiesto Marchionne? Solo più turni di lavoro e di combattere l’assenteismo”.

Nulla di trascendentale, dunque, anche perché se fosse stato il contrario, “se agli operai fosse stato detto di rinunciare ai loro diritti per avere il lavoro, io avrei detto di no”, ha aggiunto Fini, ribadendo che non è “stato questo l’approccio. Anzi è stato un approccio che riecheggia un appello alla concordia tra capitale e lavoro”.