Iraq, lo sciita al Sadr alla folla: “Via gli americani, siamo ancora combattenti”

Pubblicato il 8 Gennaio 2011 - 08:45 OLTRE 6 MESI FA

“Siamo ancora combattenti e diciamo no all’America”. Queste parole hanno segnato il ritorno sulla scena pubblica irachena di Moqtada al-Sadr, il leader radicale sciita iracheno, dopo quattro anni di esilio volontario in Iran. Parole che lanciano un messaggio chiaro: in Iraq la guerra non è per nulla finita.

Nel primo discorso pubblico dopo il suo ritorno a Najaf, al-Sadr ha definito Stati Uniti, Israele e Gran Bretagna “comuni nemici”, chiedendo ai suoi seguaci “resistenza con tutti i mezzi”. Quindi un appello a non uccidere i propri connazionali iracheni: “Respingete l’America e prendete di mira solo gli occupanti”.

L’imam, ex capo dell’esercito del Mehdi, ha alternato toni incendiari e promesse di moderazione, confermando la disponibilità a sostenere il nuovo esecutivo di Nouri al-Maliki: “Se il governo serve il popolo e la sua sicurezza, noi siamo con lui. Se non lo facesse ci sono dei modi per sistemare le cose, ma sono solo politici”.

Nella città santa si sono radunati migliaia di iracheni, sia seguaci del religioso, sia detrattori che vogliono capire quale direzione prenderà il suo movimento. Al-Sadr, 37 anni, era scappato dall’Iraq nel 2007 ed è una figura influente nel Paese: fondamentale il suo ruolo nell’assegnare al premier sciita al-Maliki il secondo mandato.

Dell’attuale governo fanno parte otto deputati legati all’imam radicale. Ad agosto 2008 al-Sadr aveva ordinato la sospensione delle attività della sua milizia, l’esercito del Mahdi, responsabile di centinaia di attacchi che hanno insanguinato Bagdad e il sud dell’Iraq nel dopo-Saddam Hussein.