Israele. Abraham Yehoshua, Amos Oz, David Grossman: “Riconoscere Palestina”

Israele, AbraAbraham Yehoshua, Amos Oz, David Grossman: "Riconoscere Palestina"
Israele, AbraAbraham Yehoshua, Amos Oz, David Grossman: “Riconoscere Palestina” (foto Ansa)

TEL AVIV – Tre intellettuali israeliani, i tre scrittori israeliani più famosi, chiedono che la Palestina sia riconosciuta come Stato: Abraham Yehoshua, Amos Oz e David Grossman, hanno rivolto ai parlamenti europei in una petizione firmata insieme ad altri 800 israeliani di tutti i settori della società civile.

“E’ una petizione – ha detto Yehoshua, sentito dall’Ansa – che cade in un momento in cui l’Europa mostra il suo atteggiamento più incline al riconoscimento”. “Il nostro  è un atto di incoraggiamento nell’ottica della soluzione a due Stati, soprattutto a favore della ripresa di trattative di pace. Ma anche nei confronti del presidente palestinese Abu Mazen affinché non si allontani dal negoziato. Così come ci rivolgiamo ai settori moderati palestinesi”.

La petizione – riferisce Haaretz, che cita l’organizzazione ‘Gush Shalom‘ – è stata inviata oggi al parlamento belga, che questa settimana dovrebbe esprimersi sul riconoscimento dello Stato palestinese. La richiesta, trasmessa anche al parlamento danese in procinto di compiere lo stesso passo e alla Camera bassa irlandese, è stata firmata, tra gli altri, dal premio Nobel Daniel Kahneman, dall’ex presidente della Knesset Avraham Burg, dall’ex ministro Yossi Sarid e da Yael Dayan, figlia dell’eroe nazionale Moshe Dayan.

Lo scorso due dicembre la Francia ha votato una mozione simbolica per la Palestina come Stato, mossa compiuta anche dalla Spagna, mentre la Svezia ha optato invece recentemente per un riconoscimento diretto. Al parlamento italiano è stata presentata, da più parti, una mozione analoga, ma ancora non è stata sottoposta al voto.

“L’obiettivo principale – ha spiegato Yehoshua riguardo la petizione – è la soluzione di due Stati per due popoli: uno Stato israeliano e uno palestinese. A partire dai confini del 1967. Quello che va invece evitato con forza è il rischio di uno Stato binazionale. Così come bisogna mettere fine una volta per tutte alla politica degli insediamenti nei Territori Occupati e al deterioramento nei rapporti con i palestinesi”.

Per lo scrittore le elezioni in Israele, che per ora sono indette a marzo del 2015 dopo la crisi di governo della passata settimana, sono un’occasione per cambiare il quadro politico complessivo.

“Ho l’impressione – ha osservato – che Netanyahu abbia finito, che debba lasciare e uscire di scena”. Per questo Yehoshua si è augurato “la costruzione di un blocco di centrosinistra” tra i partiti di quell’area che possa opporsi alla destra. “Bisogna lavorare per questo senza dimenticare – ha concluso – che un possibile appoggio potrebbe arrivare anche dallo Shaas, il partito dei religiosi”.

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