Israele: “Altri 3.000 insediamenti a Gerusalemme est”. Ue: “Illegali”

Pubblicato il 18 Dicembre 2012 - 17:25 OLTRE 6 MESI FA
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu (Foto Lapresse)

GERUSALEMME – Dopo le 1.500 nuove case annunciate ieri, 17 dicembre, Israele ne costruirà altre 4.000, sempre a Gerusalemme est. Il premier Benjamin Netanyahu l’aveva ribadito: l’Autorità nazionale palestinese ha ottenuto lo status di “Stato” osservatore all’Onu? E allora via con i nuovi insediamenti israeliani.

A Bibi Netanyahu non importano le critiche della comunità internazionale. Importa il consenso interno, come ha detto lui stesso. Sulla riunificazione di Gerusalemme, “capitale eterna dello Stato di Israele”, l’appoggio degli Israeliani è ampio.

Lunedì 17 dicembre è stata approvata l’estensione del rione ebraico ortodosso di Ramat Shlomo, vicino a quello palestinese di Shuafat: 1.500 nuovi alloggi che andranno ad aggiungersi ai 2.000 che già ci sono.

Nei prossimi giorni dovrebbero partire anche i nuovi progetti nel rione ebraico di Ghivat haMatos e di Gilo, vicino alla città cisgiordana di Betlemme. 

Il presidente dell‘Anp, Mahmoud Abbas (Abu Mazen) ha chiesto al rappresentante alle Nazioni Unite di mobilitare i cinque Paesi membri permanenti del Consiglio di sicurezza (Stati Uniti, Russia, Cina, Regno Unito e Francia).

Anche l’Unione europea, per bocca della portavoce dell’alto rappresentante per la politica estera Catherine Ashton, ha detto di voler “monitorare da vicino l’espansione delle colonie e le sue implicazioni più ampie, e agirà di conseguenza”. Le colonie sono illegali secondo il diritto internazionale e costituiscono un ostacolo alla pace”. L’Ue si oppone ”con forza ai piani di Israele di espandere gli insediamenti in Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est”.