Iran, ci mancava solo la guerra. Israele: “Non aspettiamo Obama”

Pubblicato il 9 Novembre 2011 - 09:47 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Noi avvisiamo gli Stati Uniti e il suo alleato (Israele) di fermare le minacce e di stare attenti”. Queste le prime parole di Mahmoud Ahmadinejad dopo che è stato reso pubblico il preoccupato rapporto dell’Agenzia atomica dell’Onu (Aiea) sul possibile utilizzo militare del programma nucleare dell’Iran. E soprattutto dopo le indiscrezioni pubblicate sul quotidiano Haaretz secondo cui il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sta cercando di convincere il suo governo ad autorizzare un attacco contro la Repubblica Islamica. Ancora più esplicito un ufficiale della sicurezza nazionale iraniana: “Israele imparerà il vero significato di inferno se decide un attacco militare contro l’Iran”.

L’improvvisa accelerazione della crisi diplomatica, lo scivolamento nefasto verso la guerra, scompagina l’agenda tutta economica impostata dai grandi della terra e rimette al centro dell’attenzione mondiale il pericolo nucleare e le possibili opzione militari. La caldaia mediorientale torna a bollire. Israele aveva già fatto sapere al mondo che si comporterà da stato sovrano, quindi senza escludere interventi unilaterali per difendere la sua incolumità. Significa che Israele non aspetterà alcun via libera dagli Stati Uniti per procedere a un attacco aereo per distruggere i siti incriminati. Lo ha riferito il ministro della Difesa israeliano, Ehud Barak, in una intervista a Radio Israele. Segno che non è solo il falco Netanyahu, capo del governo, ha volere fortemente un’azione militare preventiva. Il fatto è che si è formata la convinzione in Israele, condivisa anche da chi ha sempre rifiutato l’idea di avventurosi raid offensivi (politici, Nobel per la pace) che la comunità internazionale non intenda dar seguito ad azioni risolutive per bloccare il programma nucleare iraniano.

Da Netanyahu è partito l’ordine di tenere le bocche cucite sul rapporto Aiea. Nessun commento, nessuna anticipazione dal governo. Anche perché gli Usa tentennano, aspettano di capire bene il rapporto, anche se le maggiori informazioni ivi contenute provengono proprio dall’intelligence americana. Ciò che è noto vale più di una qualsiasi dichiarazione: è trapelata o è stata fatta trapelare l’indiscrezione sulle forze militari approntate da Israele. Una esibizione della propria capacità di attacco rapido: l’armata volante è formata da 100 aerei pronti al combattimento  in grado di fare cadere una pioggia di missili balistici Jericho sul suolo iraniano per mettere fine una volta per tutte alle ambizioni nucleari del regime iraniano.