Israele, il parlamento indaga sui “gruppi diffamatori”: al via una commissione d’inchiesta

Pubblicato il 5 Gennaio 2011 - 18:54 OLTRE 6 MESI FA

Al termine di un dibattito infiammato – in cui il governo è stato anche accusato di voler emulare il senatore Joseph McCarthy (celebre durante la Guerra Fredda per il suo zelo nella ricerca di ‘sovversivi filo-comunisti’ negli Stati Uniti) – la Knesset ha approvato una proposta del partito di destra radicale Israel Beitenu di costituire una commissione parlamentare di inchiesta sulle attività di alcuni gruppi per la difesa dei diritti civili in Israele. Quarantuno deputati hanno votato a favore, e 17 contro.

Il leader di Israel Beitenu e ministro degli esteri Avigdor Lieberman ha così raccolto un ulteriore successo nella sua lotta sistematica volta a delegittimare le voci in Israele che gli si oppongono in maniera radicale. ”Con questa iniziativa si cerca di perseguitare organizzazioni politiche, di tappare le bocche” ha denunciato il parlamentare di sinistra Nitzan Horovitz. ”Una giornata nera per la Knesset”. Nell’illustrare la necessità della Commissione di inchiesta, la parlamentare Faina Kirschenbaum (Israel Beitenu) ha rilevato che negli ultimi anni all’estero si moltiplicano i tentativi di delegittimare Israele e che spesso essi si avvalgono di informazioni raccolte in Israele da gruppi ”che solo in apparenza sono dediti alla causa dei diritti civili”.

”Quei gruppi – ha incalzato – in realtà incoraggiano la renitenza al servizio militare, affermano che il comportamento dell’esercito è immorale, inoltrano all’estero materiale che serve poi a spiccare mandati di cattura contro personaggi come Tzipi Livni (ex ministro degli esteri, ndr), Doron Almog (ex comandante della Zona militare meridionale e della zona limitrofa a Gaza, ndr) e Moshe Yaalon (ex capo di stato maggiore, ministro per le questioni strategiche, ndr). E per giunta accettano fondi dall’estero”. Fra i gruppi implicitamente tacciati così di slealtà verso Israele, Beitenu ha indicato ‘Betzelem’, ‘Yesh Din’, ‘Rompiamo il Silenzio’, ‘Adalah’ e ‘Yesh Gvul’, tutti impegnati nella documentazione di prevaricazioni ai danni dei palestinesi dei Territori e degli arabi in Israele. Una lista che ha indignato i parlamentari di sinistra Horovitz e Dov Chenin (comunista) secondo i quali proprio questi gruppi accrescono il prestigio internazionale di Israele.

Chenin ha anche rilevato che la Knesset non ha alcunché da indagare: le attività di ricerca di queste organizzazioni sono rese pubbliche con rapporti dettagliati nei quali vengono anche menzionate le somme dei finanziamenti ricevuti dall’estero. Ma tanto non basta a Israel Beitenu, secondo cui ”esiste il sospetto che essi ricevano indirettamente fondi anche dall’ Arabia Saudita”. L’iniziativa odierna della Knesset accresce il senso di accerchiamento della sinistra radicale in Israele, numericamente esigua. Negli ultimi mesi diversi suoi attivisti – specialmente quelli coinvolti nell’organizzazione di dimostrazioni nei Territori – sono stati convocati dallo Shin Bet (sicurezza interna) e avvertiti a non valicare ‘linee rosse’ di comportamento. Un esponente di ‘Anarchici contro la Barriera’, Yonatan Pollack, e’ stato appena condannato a tre mesi di reclusione. ”Nell’Israele di Benyamin Netanyahu e di Lieberman – affermano questi attivisti – l’atmosfera politica si fa ogni giorno più greve”.