Gheddafi a Roma. Italia-Libia: dal petrolio alle banche, odio, amore e business

Pubblicato il 27 Agosto 2010 - 20:24| Aggiornato il 28 Agosto 2010 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi e Muammar Gheddafi

L’imprevedibile colonnello libico torna a Roma. Le ‘sorprese’ e il caos  stavolta cominciano prima ancora che Muammar Gheddafi metta piede in Italia, per la quarta volta in poco più di un anno. Annunciato inizialmente per domenica sera alle 21, il colonnello aveva deciso di spiazzare ancora una volta tutti e anticipare l’arrivo a Roma già nella tarda mattinata di domani.

Ma mentre già ci si cominciava ad interrogare sul ‘misterioso’ weekend del Leader nella Capitale, ecco in serata il nuovo contrordine, con tanto di nota ufficiale della Farnesina: la visita è stata rimandata, Gheddafi arriverà domenica. E stavolta – a differenza della prima nota pomeridiana, in cui si dava conto dell’orario preciso di arrivo per domani – al ministero hanno comprensibilmente scelto la prudenza: ”L’orario di arrivo del leader della Rivoluzione sarà diffuso con successiva nota di servizio”.

Se lo scorso giugno Muammar Gheddafi davanti a Confindustria aveva garantito ”priorità” alle imprese italiane rispetto a quelle degli altri Paesi, in realtà a voler fare un bilancio degli affari in ballo, sembrano tutti andare a gonfie vele:  vanno dalle strade al petrolio, passando per le banche e persino un hotel di lusso.

Adesso il leader della rivoluzione del Libro verde, quello che il presidente americano Ronald Reagan definì un ‘cane pazzo’, toccherà di nuovo il suolo nostrano per il secondo anniversario della firma del Trattato di amicizia tra Italia e Libia. Perché da quando è stato chiuso il lungo contenzioso coloniale con l’Italia e ci ha messo lo zampino anche il premier Silvio Berlusconi, l’asse tra Roma e Tripoli sembra saldissimo.

In base ad un accordo firmato nel 2007 con la principale compagnia petrolifera libica, la National Oil Corporation, l’Eni potrà produrre oro nero in Libia fino al 2042. L’amministratore delegato Paolo Scaroni ha annunciato altri investimenti per 25 miliardi di dollari” in un Paese considerato come ”la pupilla dei suoi occhi”.

Dopo il cane a sei zampe ci sono la Libia è andata a braccetto con Unicredit. Secondo alcuni la scalata libica al gigante italiano del credito potrebbe essere uno degli argomenti ‘caldi’ a cui Gheddafi dovrà dedicarsi, visto che, qualche giorno fa, la Lega Nord ha chiesto a governo e Consob di fare verifiche sull’ accresciuta presenza della compagine libica, giunta al 7% dopo che, all’inizio di agosto, la Lybian Investiment Autorithy, aveva portato la propria quota oltre la soglia del 2%. Il pressing della Lega, tuttavia, è stato già prontamente respinto da Tarak ben Ammar, ‘ambasciatore’ dei capitali arabi in Italia, che, in un’intervista alla Bloomberg, ha affermato di ”comprendere le paure leghiste, ma di non capire perche’ i soldi non arabi non siano sospetti e quelli arabi sì”.

Poi si passa al capitolo strade. Il trattato di amicizia e cooperazione dell’agosto del 2008 prevede che buona parte dei 5 miliardi di dollari che l’Italia pagherà come risarcimento del passato coloniale sarà ‘girata’ alla costruzione dell’ autostrada costiera libica, lunga 1700 chilometri. A realizzare l’opera – l’appalto sarà assegnato entro il 30 ottobre – saranno tutte imprese italiane: i lavori verranno divisi in tre lotti, affidati a ”tre consorzi per consentire a molte aziende italiane di lavorare”, ha spiegato tre giorni fa il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli.

Negli ultimi due anni l’interscambio Roma-Tripoli è lievitato. Tra il gennaio e l’aprile di quest’anno, l’import tra Italia e Libia ha raggiunto quota 789 mila euro (contro i 711mila dei mesi corrispondenti nel 2009), mentre l’export è balzato a 3,6 milioni di euro, contro i 3,2 dell’anno scorso. Impregilo, Selex sistemi integrati e Finmeccanica hanno già siglato commesse milionarie con il governo libico. E perfino il lussuoso hotel Al-Ghazala, che sorgerà nel centro di Tripoli, sarà ‘made in Italy’: i suoi lavori sono infatti stati assegnati al gruppo Trevi.