Usa, elezioni. Julian Carlos, ispanico, la nuova stella dei democratici

Pubblicato il 5 Settembre 2012 - 10:57 OLTRE 6 MESI FA

Julian Carlos

CHARLOTTE, STATI UNITI – Cordiale ma serio, Julian Carlos, l”Obama Latino’, come l’hanno già ribattezzato, arriva a Charlotte precisando come si pronuncia correttamente il suo nome, perchè sulle sue origini messicane non transige.

Sindaco democratco di San Antonio, una mosca bianca nel Texas, feudo ultra-conservatore, figlio di emigranti, assieme a Michelle tiene banco alla prima giornata della Convention democratica.

A lui, a questo talentuoso trentasettenne, dai capelli corti e il volto olivastro, il presidente Barack Obama ha affidato un ruolo molto importante: pronunciare il keynote speech, il discorso chiave, considerato l’intervento politicamente più rilevante dopo quello del presidente e del suo vice. Una scelta che sottolinea quanto Obama punti sul voto degli ispanici, che al grido ‘Si se puede’, 4 anni fa contribuirono al suo trionfo, votando in massa alle presidenziali.

Una sorta di passaggio del testimone, considerando che fu proprio uno sconosciuto senatore dello stato dell’Illinois, di nome Hussein Barack Obama, nel lontano 2004 a essere scelto per lo stesso ruolo dall’allora candidato presidente, John Kerry. I due, Julian con accento sulla ‘a’, e Barack ‘l’africano’, hanno storie molto simili, sono ambedue simboli viventi di un sogno americano che s’e’ trasformato in realtà. Una prova vivente che la land of opportunity, la terra delle opportunita’, al di la’ degli eccessi retorici, e’ ancora una realtà.

Entrambi figli di madri nubili, hanno studiato ad Harvard e hanno una storia d’immigrazione alle spalle. Appartengono alle due più importanti minoranze razziali del Paese, quella afro-americana e quella latina. E ambedue hanno la politica nel loro dna, nel loro sangue. Se il padre di Obama si batteva contro l’imperialismo inglese in Kenya, la madre di Julian, Rosie Castro, oggi 65enne, negli anni ’70 era in prima linea nella lotta per i diritti civili degli ispanici.

Portava Julian e suo fratello gemello, Joaquin, alle marce di protesta sin da quando avevano 8 anni. E oggi, figlio d’arte, castro cammina lo stesso percorso a difesa dei diritti degli ultimi. ”Oggi – spiega – grazie alle loro lotte la situazione e’ molto migliorata. All’epoca fuori degli esercizi commerciali c’erano cartelli con su scritto: ‘non e’ permesso l’ingresso a cani e messicani’. Da tempo sono scomparsi. Ma c’e’ ancora molto da fare. E come dimostra la storia della mia famiglia, noi latinos con il nostro lavoro abbiamo fatto più forte e più grande questo Paese. Il futuro dell’America, la sua ripresa, dipende in parte anche dal successo della nostra comunità, e dalle opportunità che avremo di andare sempre avanti”.

Poi Castro passa all’attacco dei suoi avversari. ”It’s quite simple, Romney doesn’t get it”, ”e’ molto semplice, Romney non capisce”. Castro nel suo keynote speech lancia il primo slogan di questa Convention. E la platea della Time Warner Cable Arena esplode con un’ovazione.  Quindi attacca duro la Convention di Tampa e il leader repubblicano Romney: ‘Come molti di voi, ho guardato la Convention repubblicana della scorsa settimana. Hanno raccontato alcune storie di successo individuale. Tutti noi celebriamo il successo individuale. Ma la domanda è: come si fa a moltiplicare tale successo? La risposta è solo una, votare il presidente Barack Obama”.

Qualche mese fa, ricorda Castro, Romney ha visitato l’università dell’Ohio e ha dato agli studenti un piccolo consiglio da consumato imprenditore. Avviare un business’, ha chiesto. Ma come? ‘Prendere in prestito denaro, magari dai propri genitori’. Cosi’ abbiamo tutti capito, ha ribattuto Castro, ”che per i repubblicani la libertà non è gratis. Che Romney e Ryan non difendono le pari opportunita’, ma propongono la legge del più’ forte”.

”Ora – ha proseguito Castro come un fiume in piena – non so se il ticket e’ Romney-Ryan o Ryan-Romney. In entrambi i casi, la loro ricetta è stata già’ sperimentata e alla prova dei fatti non ha avuto successo. La nostra economia e’ disastrata per colpa loro. La classe media ha pagato il prezzo piu’salato della crisi. Le vostre famiglie hanno pagato il costo piu’grande, ma Romney proprio non lo capisce”.