Kennedy, i russi c’entrano qualcosa? Soffiata di un agente sovietico prima dell’assassinio

di redazione Blitz
Pubblicato il 28 Ottobre 2017 - 06:00 OLTRE 6 MESI FA
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JFK, i russi c’entrano qualcosa? Soffiata di un agente sovietico prima dell’assassinio

WASHINGTON – Venticinque minuti prima che il presidente americano John Fitzgerald Kennedy fosse assassinato, un giornalista britannico ricevette una soffiata anonima: avrebbe dovuto chiamare l’Ambasciata statunitense a Londra per “alcune notizie importanti”, secondo quanto scrive il Daily Mail.

L’incredibile telefonata al Cambridge News, avvenuta proprio il 22 novembre 1963, è emersa in uno dei file desecretati relativi all’omicidio del presidente.

Nel cablogramma, inviato dalla stazione CIA a Londra al direttore dell’FBI a Washington DC la mattina successiva all’assassinio a Dallas, si dice che un giornalista del quotidiano di Cambridge, rimasto anonimo, aveva riferito al MI5 di essere stato contattato alle 18:05 in Gran Bretagna, poco prima che sparassero a JFK, da qualcuno che gli aveva detto di “chiamare l’ambasciata americana a Londra per alcune notizie importanti e poi aveva riattaccato”.

Le spie britanniche e americane dettero grande credibilità a quanto sostenuto dal giornalista poiché era “leale” e il MI5 aveva affermato di aver ricevuto una telefonata “stranamente coincidente” quando mesi prima l’affaire Profumo scosse la Gran Bretagna.

Il vicedirettore della CIA, James Angleton, inviò la nota al direttore dell’FBI il 26 novembre 1963. Il giornalista trasmise i dettagli della misteriosa telefonata al MI5, il quale stabilì che era avvenuta 25 minuti prima che il presidente americano fosse ucciso.

L’MI5 informò gli omologhi della CIA che il giornalista era “noto per la sua lealtà e osservò che la tempistica coincideva con le telefonate simili effettuate in tutto il Regno Unito in relazione al “caso del dottor Ward”. Un evidente riferimento a Stephen Ward, un osteopata al centro dell’affaire Profumo del 1963, uno dei più grandi scandali politici della Gran Bretagna, che avrebbe spazzato il caso prima della sua morte improvvisa.

Ward fece conoscere al Segretario di Stato per la Guerra John Profumo la modella diciannovenne Christine Keeler e i due finirono presto a letto. La relazione durò diversi mesi ma la Keeler, che rimase periodicamente nella casa di Ward, nel frattempo frequentava anche Yevgeny Ivanov, attaché presso l’ambasciata sovietica a Londra.

L’MI5 seppe della relazione da una soffiata di Ward, che dette informazioni sul russo, e rivelò che Profumo aveva incontrato Ivanov in un party. Il fatto sollevò delle preoccupazioni, ossia che a causa del triangolo amoroso potessero fuoriscire dei segreti di Stato. Le spie britanniche avevano usato la Keeler come una dolce trappola per adescare Ivanov e trasformarlo in agente infiltrato, ma la relazione della giovane con Profumo mandò all’aria i loro piani.

Profumo aveva chiuso la storia con la Keeler, ma nel marzo del 1963 affrontò la Camera dei Comuni sul rapporto con la giovane e negò tutto. Ward era furioso, preoccupato per le accuse a suo carico di sfruttamento della prostituzione, perversione e organizzazione di festini e scrisse al primo ministro Harold Macmillan e al leader del Labour Harold Wilson raccontando quel che sapeva su Profumo e Ivanov, e sostenendo che la Keeler aveva reso una confessione registrata sulla relazione.

In seguito alla pressione di sua moglie, Valerie Hobson, Profumo confessò la verità e nel 1963 rassegnò le dimissioni. Ward doveva essere processato dall’Old Bailey ma nel mese di agosto si tolse la vita con un’overdose di farmaci.

La polizia e il coroner dichiararono che era un suicidio, ma un agente del MI6 all’epoca affermò che era stato ucciso poiché era determinato a mettere in imbarazzo il governo con i segreti di cui era a conoscenza.