La Fao una passerella per Mugabe e gli autocrati di mezzo mondo

Pubblicato il 17 Novembre 2009 - 12:34 OLTRE 6 MESI FA

Robert Mugabe, il controverso leader dello Zimbabwe, è intervenuto alla seconda giornata del vertice della Fao sulla sicurezza alimentare, lanciando accoratamente l’appello all’Occidente per togliere dal suo paese il giogo delle sanzioni, voluto in primis da Gran Bretagna e Stati Uniti. “Inique e inumane” le ha definite, aggiungendo che sono il primo motivo dell’escalation dei prezzi dei beni alimentari nello Zimbabwe.

Rispetto alle occasioni pubbliche a cui ha partecipato – come all’Onu – a Roma non ci sono stati particolari segni di dissenso e proteste organizzate contro la sua presenza. Mugabe invita a non usare i venti miliardi di dollari «annunciati e promessi» dai Paesi donatori al G8 dell’Aquila  «come un’arma politica».

Nessuno però ha fatto a meno di notare la numerosa delegazione che l’accompagna (una sessantina tra funzionari e guardiaspalle) e il lusso che lo contraddistinge. Inoltre nessuno può dimenticare come l’aumento vertiginoso dei prezzi raggiunto nei mercati locali dei prodotti agricoli è diventata l’arma per piegare la resistenza interna. Il vecchio rivoluzionario che combatteva la lotta alla fame è al momento il principale responsabile della disastrosa conduzione economica in Zimbawe.

Mugabe non è il solo e non è il primo tra gli autocrati di mezzo mondo ad utilizzare la platea della Fao per rifarsi una verginità politica a livello internazionale. In passato il vecchio dittatore indonesiano Suharto veniva portato in palmo di mano proprio dalla Fao per aver risolto il problema dell’autosufficienza alimentare , mentre sul fronte interno affamava la popolazione di Sumatra in funzione anti guerriglia Aceh. Caso analogo nello Sri Lanka post-tsunami dove a farne le spese fu la minoranza tamil.

Attualmente, sui banchi della conferenza, siedono personaggi come l’uomo forte dell’Honduras, Micheletti, strenuo difensore dell’oligarchia delle “banane”, l’afghano Karzai contrario a qualsiasi riforma agraria e distributiva delle terre (anche lui è un landlord), per non parlare di tutti quei dittatori africani tutti limousine e diamanti.