L’antenato bianco di Michelle Obama. Una storia di segregazione e riscatto

di Dini Casali
Pubblicato il 8 Ottobre 2009 - 15:32| Aggiornato il 14 Luglio 2011 OLTRE 6 MESI FA

Nell’albero genealogico di Michelle Obama spunta un antenato bianco. La storia sembra presa di peso dalla trama di “Radici”, il non dimenticato film sulla storia di segregazione e razzismo del popolo afro-americano.

Carolina del Sud, 1850: un vecchio possidente si accinge a redigere il suo testamento. Insieme ai filatoi, il bestiame, gli attrezzi agricoli che sta meticolosamente spartendo tra gli eredi inserisce anche la voce “negro girl Melvinia”.

Melvinia, ragazzina di 6 anni, è l’ultima discendente di Michelle  cui si è riusciti a risalire scartabellando tra atti di nascita, certificati morte e appunto testamenti. La vicenda storica della famiglia può essere ricostruita a partire da questo momento. Alla morte del padrone la ragazzina viene venduta per 475 dollari. Finisce in Georgia: ancora adolescente viene messa incinta da un uomo bianco di cui si perderà ogni traccia.

Una storia di dolore e crudeltà le cui ferite ancora oggi non sono completamente rimarginate e di cui la stessa Michelle conosceva a malapena i dettagli. Per contrasto, è quantomeno un motivo di speranza e consolazione guardare allo straordinario cammino attraverso le generazioni di una piccola schiava della Carolina del Sud fino alla Casa Bianca.

I rumors, quindi, intorno a un possibile antenato bianco di Michelle, sono stati dissipati una volta per tutte: senza dubbio però la voce che dal profondo di radici nascoste grida più forte per essere ricordata è quella della piccola Melvinia.