BEIRUT – Una settimana dopo il primo raduno, alcune migliaia di persone sono scese oggi, 6 marzo, nelle strade di Beirut per chiedere l’abolizione del sistema confessionale in vigore dal 1943 in Libano.
”Il popolo vuole la caduta del regime”, hanno scandito i manifestanti ripetendo gli slogan di altre rivolte popolari del Nord Africa. Sugli striscioni c’erano scritte come ‘Il confessionalismo è l’oppio delle masse’ e ‘In rivolta per rovesciare gli agenti del confessionalismo’.
Il sistema libanese è un insieme complesso di suddivisione del potere basato su quote delle varie comunità e su una tradizione di ”democrazia consensuale”. Dall’indipendenza del 1943 ciò garantisce un delicato equilibrio tra le 18 confessioni cristiane e musulmane del Paese.
Domenica scorsa, il 27 febbraio, diverse centinaia di persone avevano già manifestato sotto la pioggia per chiedere l’abolizione di questo sistema, accusato di essere all’origine di tutti i mali del Paese: corruzione, clientelismo, una guerra civile distrutiva (1975-1990) e le crisi politiche che si sono susseguite a ripetizione.
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