Libia esodo di 800 mila, bagno di sangue…Cifre e parole iper gonfiate

di Lucio Fero
Pubblicato il 16 Aprile 2019 - 09:53 OLTRE 6 MESI FA
Libia: l'esodo di 800 mila, bagno di sangue...Cifre e parole iper gonfiate

Libia esodo di 800 mila, bagno di sangue…Cifre e parole iper gonfiate (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Libia, 800 mila persone pronte a fuggire dalla Libia, pronte ad imbarcarsi per l’Europa, segnatamente verso l’Italia. E tra loro delinquenti e terroristi oltre a profughi e disperati cui far posto e da sfamare. A raccontarla così è venuto il capo del governo della Tripolitania (la Libia tutta intera non esiste, infatti la Cirenaica sta combattendo contro la Tripolitania, più o meno, mentre il Fezzan è di fatto una terza entità statal-tribale). E’ venuto in Italia Serraj a dire agli italiani, agli europei tutti e un po’ anche agli americani: se non fermate quelli che mi attaccano, se non fermate Haftar, sarà maxi esodo che si rovescerà su di voi con grande e terribile danno…ottocentomila! Invasione!

Comprensibile che Serraj faccia così, comprensibile che cerchi di dire agli europei: salvatemi e salvate voi stessi. Meno comprensibile è che l’evidente e abnorme gonfiatura della realtà plausibile venga presa sul serio dall’informazione italiana (anche dal governo?).

Ottocentomila…I clandestini in Italia sono stimati intorno al mezzo milione e ci hanno messo molti anni per arrivare a questa cifra. Ottocentomila…su una popolazione di circa cinque milioni! Ottocentomila, ottomila barconi! Ottocentomila, un bau bau per spaventare e smuovere gli europei (gli americani meno, da questo orecchio non ci sentono).

Serraj gonfia le cifre nel disegnare le proporzione di un esodo implausibile nei fatti. Altre cifre, cifre drammatiche, non collimano con la descrizione di una cruenta guerra civile in atto in Libia. Due settimane di scontri armati, resoconti di battaglie, offensive e contro-offensive, filmati e reportage di colonne motorizzate e armi pesanti crepitanti, notizie di battaglioni accerchiati: 150 morti di cui almeno un terzo civili. Cento combattenti sommando l’una e l’altra parte caduti in 15 giorni di guerra civile? Non certo tra i più cruenti dei conflitti, ma ogni giorno la narrazione è del bagno di sangue che continua.

In Libia la situazione è grave e preoccupante, milizie armate si affrontano e scontrano per il potere, potere frantumato su base tribale, la stessa Libia è ormai solo un’espressione geografica, la Libia come Stato non esiste e migliaia di sfollati e migliaia di prigionieri di fatto nei campi di raccolta dei migranti di cui centinaia possono provare a prendere il mare. Ce n’è abbastanza per preoccuparsi, organizzarsi. Ma che bisogno c’è di cifre, numeri e parole spaziali tutti e sempre, quelli che li ripetono e diffondono, inghiottiti nel buco nero della propaganda e dell’iperbole?