Libia, Frattini: “C’è un limite alla nostra politica di continuità”

Pubblicato il 23 Febbraio 2011 - 10:27 OLTRE 6 MESI FA

Franco Frattini

ROMA – Il Governo italiano, insieme all’Ue e all’Onu chiede che cessi immediatamente ”l’orribile spargimento di sangue” che ”la leadership Gheddafi ha annunciato e sta continuando a fare”. E’ quanto ha sottolineato il ministro degli Esteri, Franco Frattini, intervenendo ad un convegno organizzato dalla Comunità di S.Egidio a Roma.

Nei rapporti con la Libia l’Italia ha fatto in passato ”quel che doveva fare”, ed oggi ”facciamo quello che dobbiamo fare”: ”C’è infatti un limite e di fronte a quello che sta accadendo non possiamo non levare la nostra voce”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini, sottolineando che la politica estera italiana verso ”un paese che occupa una posizione strategica nel Mediterraneo ha seguito una linea di continuità dagli inizi degli anni ’90, con i governi Dini, D’Alema, Prodi e Berlusconi”.

”La Cirenaica non è più sotto il controllo del governo libico e scontri e violenze sono in atto in tutto il paese”.

Alla Camera dei deputati. Riferendo alla Camera, il ministro ha aggiunto: ”Dinnanzi a una situazione così complessa, delicata e potenzialmente drammatica” che si sta creando in Libia e nel Mediterraneo ”l’unità del Paese è necessaria”. Per questo è necessario ”una consultazione permanente di tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, che si renderanno disponibili”, ha spiegato il titolare della Farnesina, aggiungendo che ”sta a voi deputati decidere le modalità ” di questa consultazione con il Parlamento.

”L’Italia sarà unita all’Europa nella valutazione di ulteriori appropriate misure nei confronti della Libia. E’ evidente che le conseguenze migratorie non potranno essere accollate soltanto all’Italia. Su questo saremo chiari, fermi, puntuali”.

Nei giorni scorsi ”in Cirenaica hanno annunciato la nascita di un emirato islamico della Libia dell’est, hanno annunciato la volontà di rapire occidentali. Questo islamismo radicale ci preoccupa perché collocato a poche centinaia di chilometri dall’Ue ma niente può giustificare l’uccisione violenta di centinaia di civili innocenti. A questo ha reagito unanimemente dopo una seria approfondita riflessione l’Unione Europea, la comunità internazionale”.

”L’impatto (della crisi in Libia, ndr) sarà duro per il settore infrastrutture: vi sono imprese italiane impegnate nel Paese e interessate” in accordi per 4 miliardi di euro. ”Ci sarà una ricaduta negativa per le imprese italiane, è elemento su cui riflettere”.

L’interruzione delle forniture di gas dalla Libia ”è una conseguenza che l’Italia può sostenere”, grazie alle forniture da Algeria, Azerbaijan, Russia e Paesi del Golfo. Lo ha assicurato il ministro, definendo ”ragionevole” la decisione dell’Eni di ”interrompere i flussi per motivi di sicurezza” dal gasdotto Greenstream.

”Abbiamo riflettuto sulla situazione migratoria, arrestata negli anni potrebbe riprendere se guerra civile dovesse portare a collasso del sistema” in Libia, perciò ”non l’Italia da sola ma l’Europa tutta intera deve prepararsi per il prossimo futuro” all’arrivo di masse di immigrati dal Nord Africa. ”L’Europa dovrebbe, dovrà prendere in seria considerazione – aggiunge il ministro – la proposta dei Paesi mediterranei dell’Ue di una solidarietà europea e della suddivisione degli oneri” dell’eventuale flusso migratorio.

”In Libia vivono oltre due milioni di non libici, il 30% popolazione residente: vengono da paesi dell’Africa sub-sahariana, del magherb e del mashreq – spiega Frattini – E’ evidente che la perdita di lavoro, la situazione di emergenza, il rischio della sicurezza personale, potrebbero indurre a cercare salvezza altrove”. ”Su oltre due milioni – conclude il responsabile della Farnesina – certamente una gran parte di loro non si imbarcherebbe verso l’Europa ma se anche solo il 10-15% si mettesse in marcia verso il Nord stiamo parlando di 200-300 mila persone la cui unica speranza sarebbe raggiungere i porti dell’Ue”.

”Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha accettato la richiesta del Regno Unito e della Serbia per consentire l’atterraggio di voli umanitari per l’evacuazione urgente e immediata di cittadini di quei Paesi” dalla Libia.

”Non è un segreto che avevo raccolto dagli Stati Uniti e dalla signora Clinton nelle mie frequenti conversazioni degli scorsi giorni, la necessità e l’utilità del tentativo di appello diretto del premier italiano, accanto a quello del segretario generale dell’Onu”, sul leader libico Gheddafi. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, parlando in aula alla Camera della telefonata di ieri sera di Berlusconi a Gheddafi.

”L’appello del premier è un appello come unico leader dell’Ue e della comunità internazionale, insieme a Ban Ki-moon che ha detto le stesse cose ottenendo con la stessa risposta”, ha sottolineato Frattini. Il presidente del Consiglio gli ”ha chiesto la sospensione immediata delle violenze, ma la risposta è stata la ripetizione dell’analisi che poi era già stata pubblicamente enunciata in televisione” dallo stesso Gheddafi, e cioè del ”presunto tentativo di potenze straniere – tra cui è stata citata anche l’Italia – di intervenire nelle vicende della Libia. Niente di più falso”, ha ribadito il titolare della Farnesina.