Libia: Gheddafi junior spera di reinventare il paese, allontanandosi dalla politica del padre

Pubblicato il 2 Marzo 2010 - 16:40 OLTRE 6 MESI FA

Seif al-Islam Gheddafi

È difficile pensare di cambiare un paese e la sua economia dopo quarant’anni ininterrotti di potere di uno stesso sovrano. Ancora più difficile se il sovrano in questione è il leader libico Muammar Gheddafi, se questo leader è tuo padre e  se bisogna combattere contro una burocrazia intransigente con poco interesse in un cambiamento serio.

Tuttavia, è questo il sogno di Seif al-Islam Gheddafi, figlio e possibile successore del leader libico, che vuole smantellare l’alleanza di potere tra i socialisti e l’autoritarismo introdotto da suo padre ben quarant’anni fa. «E’ difficile reinventare un paese – ha confessato in un’intervista – Ma questo è il nostro obiettivo. Avremo una nuova costituzione, nuove leggi, un nuovo codice commerciale e di business e una tassa uguale per tutti del 15 per cento».

Negli ultimi anni, Gheddafi junior, 37 anni, laureato in architettura con un dottorato alla London School of Economics, è emerso come il volto filo-occidentale della Libia e il simbolo delle sue speranze per le riforme e per un’apertura maggiore. Ma nell’opaca politica libica, poco è come appare. E non si capisce se Gheddafi junior sarà veramente il successore di Gheddafi o se è soltanto un desiderio che rimarrà un sogno.

Nonostante il suo appeal internazionale e l’evidenza del sostegno in Libia, gli analisti dicono che la resistenza all’approccio modernizzatore di Seif  sta aumentando sempre di più. Gli investimenti occidentali sono stati bloccati nel mese di gennaio quando il governo ha imposto una tassa a più di 20 paesi europei interessati a fare business in Libia. La tensione è aumentata quando il colonnello Gheddafi ha invocato la jihad (guerra santa) contro la Svizzera per il referendum contro i minareti nel Paese, approvato dalla popolazione elvetica.

«Non accetterò alcuna posizione a meno che non si faccia una nuova costituzione, nuove leggi ed elezioni trasparenti – ha sottolineato Gheddafi junior – Ognuno dovrebbe avere accesso agli uffici pubblici. Non dovremmo avere il monopolio del potere». Libero dalle restrizioni burocratiche, Seif  Gheddafi sarebbe in grado di proporre idee interessanti per gli occidentali: zone di investimenti dove le tasse non esistono e  l’abolizione del visto.

«Possiamo essere la Dubai del Nord Africa», ha detto Seif, sottolineando la vicinanza tra la Libia e l’Europa, le sue ingenti riserve di energia e le 1200 miglia di coste sul Mediterraneo non sfruttate. Ma una visita nel centro di Tripoli offre una bella dose di realtà: le strade sono stracolme di spazzatura, i marciapiedi pieni di buche, i ristoranti e gli hotel per i turisti sono pochi e lontani gli uni dagli altri. Per non parlare dei disoccupati: sono circa il 30 per cento della popolazione.