Libia, navi Usa a 50 km dalla costa e la mediazione di Chavez: si stringe la morsa su Gheddafi

Muhammar Gheddafi

ROMA – Si stringe la morsa della diplomazia internazionale sul regime libico, in una giornata caratterizzata da una apparente calma che regna nel Paese, salvo qualche sporadico attacco dei jet di Muhammar Gheddafi non supportato da una avanzata delle forze terrestri come accaduto invece ieri, 2 marzo.

Tre navi da guerra Usa, che hanno attraversato ieri il Canale di Suez, sono ora a 50 miglia al largo della costa libica.  Si tratta della Uss Kearsarge, che trasporta elicotteri, della Uss Ponce con a bordo munizioni e mezzi da sbarco e della nave da trasporto ”Andrid” che ha a bordo mezzi blindati. Le tre navi da guerra Usa hanno effettuato il passaggio del Canale di Suez e sono entrate nel Mediterraneo ieri pomeriggio.

La missione umanitaria internazionale intanto si concretizza: ”Il consiglio dei ministri ha approvato la missione umanitaria per far fronte alla situazione di vera emergenza che si è creata” ai confini con la Libia, ha annunciato il ministro degli Esteri Franco Frattini. ”L’Ue sta valutando come sostenere attraverso la protezione civile europea” la missione italiana, ha aggiunto il titolare della Farnesina.

La situazione libica sarà al centro della riunione straordinaria informale dei ministri degli esteri dei 27 convocata per il 10 marzo a Bruxelles. Sul tavolo c’è anche la proposta di mediazione avanzata dal presidente venezuelano Hugo Chavez – Gheddafi avrebbe accettato l’idea, secondo notizie non confermate rilanciate da Al Jazira – che la Lega Araba sta analizzando, mentre il Consiglio degli insorti ha escluso ogni dialogo con il rais.

Intanto, da oggi è operativo il blocco dei beni dei principali componenti della famiglia Gheddafi e di 20 stretti collaboratori del regime libico. Il regolamento Ue che dispone il congelamento di tutti i fondi e le risorse economiche di queste 26 persone è stato infatti pubblicato oggi sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue ed è entrato immediatamente in vigore.

C’è attesa poi per l’apertura di una inchiesta formale per crimini di guerra: secondo le anticipazioni di Al Arabiya, la Corte penale internazionale (Cpi) aprirà una inchiesta nei confronti di Muammar Gheddafi e dei suoi figli Saif Al Islam, Khamis e Moatassim assieme ad altri responsabili del regime.

Sul fronte militare, le forze fedeli al rais hanno lanciato oggi un nuovo raid aereo su Brega, il terminal petrolifero sulla costa orientale dove ieri gli insorti hanno respinto un attacco aereo e di terra delle truppe fedeli di Gheddafi.

”Ho sentito un aereo, poi l’esplosione ed ho visto un cratere”, ha detto Mohammed Shibli da Brega, precisando che la bomba è caduta vicino all’università di ingegneria che si trova a circa due chilometri dal terminal petrolifero per l’export.

Preoccupazione poi per la sorte di tre marine olandesi, catturati dalle forze del colonnello Gheddafi mentre erano impegnati in operazioni di evacuazione di alcuni europei. I tre uomini sono stati presi in custodia dai militari libici dopo essere atterrati sulla costa nei pressi di Sirte con un elicottero decollato da una nave della marina olandese per recuperare due civili. Sono in corso intensi negoziati diplomatici con le autorità libiche per ottenere il rilascio dei tre.

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