Libia. La vendetta di al Qaeda per l’uccisione del numero due Abu al-Libi

Pubblicato il 13 Settembre 2012 - 18:47 OLTRE 6 MESI FA
Fiamme all’interno del consolato Usa a Bengasi

WASHINGTON, STATI UNITI – Vari media americani, come la Cnn, puntano il dito contro Al Qaeda. Ma l’amministrazione  Usa per ora non si sbilancia sulla matrice dell’attacco a Bengasi. Fonti della Casa Bianca si sono limitate a parlare di “un attacco chiaramente complesso”,  senza citare al Qaeda.

Annunciato il ritiro dalla Libia di tutto il personale americano,  per le indagini scendono in campo Cia e Fbi, in stretto coordinamento con le autorita’ libiche. Tutto e’ iniziato con la protesta per il film anti-Maometto che gia’ i aveva scatenato le proteste al Cairo, con dimostrazioni violente sfociate nell’assalto all’ambasciata nella capitale egiziana, condito con scritte come ”Osama bin Laden riposi in pace”.

Ma la concomitanza con l’anniversario dell’11 settembre non puo’ rimanere una semplice coincidenza, e neanche l’annuncio ‘ufficiale’ della morte di Abu Yahya al-Libi, il numero due di al Qaida ucciso in giugno da un drone americano che proprio Ayman al Zawahiri, il successore di Osama bin Laden, ha deciso di confermare. La dinamica degli eventi di Bengasi e’ ancora difficile da chiarire: secondo numerose testimonianze, una dimostrazione ‘pacifica’ contro il film su Maometto e’ stata l’occasione per dar vita a un vero e proprio assalto, a colpi di armi automatiche, Rpg e mitragliatrici pesanti.

I miliziani di Ansar al-Sharia, i ‘partigiani della legge islamica’, protagonisti negli ultimi mesi di numerosi episodi di intimidazione e violenza ”hanno bloccato tutte le strade di accesso alla sede Usa, e dicevano di voler uccidere tutti quelli che si trovavano dentro”, ha raccontato un testimone, appartenente a una brigata dei ribelli incaricata di mantenere l’ordine a Bengasi. Il console italiano, Guido De Sanctis, che si trovava a poca distanza – e che stamani avrebbe dovuto incontrare proprio Stevens per ”fare il punto sulla situazione” in vista dell’elezioni da parte del neonato Parlamento libico del nuovo premier – ha riferito di ”un gran botto, il caos” e di una sparatoria intensa.

Un confronto ”feroce”, andato avanti per ore e che, secondo le autorita’ libiche, ha lasciato sul campo almeno 10 ribelli incaricati della sicurezza. Ansar al-Sharia ha negato un coinvolgimento ”ufficiale” nell’attacco, ma si e’ congratulata con coloro che lo hanno portato a compimento ”per difendere il profeta Maometto”. Secondo la Cnn si è trattato di un ”attacco pianificato da al Qaeda”, nel quale la vicenda del film ‘blasfemo’ ha svolto solo un ruolo ”diversivo”. Gli esperti anti-terrorismo collegano l’episodio all’uccisione di Abu Taya al-Libi, e a una vendetta di al Qaeda: ”Gli estremisti sapevano che l’ambasciatore era nell’edificio”, spiegano alcune fonti. Altri due americani, del corpo dei Marines, sarebbero stati uccisi invece in una ”casa” dove alcuni impiegati della sede diplomatica erano stati ”messi al sicuro” dopo il primo assalto al consolato.

Stevens e’ il primo ambasciatore americano assassinato dal 1979, l’ultimo ha perso la vita in Afghanistan. E Washington non esclude neppure l’uso dei droni per dare la caccia ai responsabili. I medici hanno provato a rianimare l’ambasciatore oltre un’ora e mezza senza successo. E’ morto per asfissia e i video e le foto che circolano sui suoi ultimi momenti sono atroci. La condanna dell’assalto a Bengasi e’ unanime: si sollevano i musulmani e la comunita’ internazionale, a partire dalla stessa Tripoli.

Il capo dello Stato Giorgio Napolitano parla di ”vile atto terroristico”,e il premier Mario Monti, come l’Onu, sottolinea la ”ferma condanna”.  Ma la situazione libica potrebbe complicarsi ulteriormente. Il film su Maometto e l’arrivo dei Marines rischiano di creare nuove tensioni e violenze con i ribelli libici, anche quelli non legati all’Islam, che gia’ parlano di ”invasione Usa”.