Libia, Londra: “Gheddafi deve andarsene”

Pubblicato il 29 Marzo 2011 - 18:23 OLTRE 6 MESI FA

LONDRA – Il rais libico Muammar Gheddafi e il suo regime ”hanno perso ogni legittimità e risponderanno delle loro azioni”: è quanto scritto nel comunicato finale della Conferenza di Londra sulla Libia. Nel documento si afferma anche che la coalizione internazionale è riuscita con l’azione militare a ”proteggere innumerevoli civili dalle forze di Gheddafi e nel distruggere le capacità aeree del regime”. La coalizione internazionale per la Libia riunita a Londra ha concordato di continuare gli sforzi finché non sarà attuata la risoluzione dell’Onu 1973.

Il gruppo di contatto sulla Libia, che si è riunito oggi per la prima volta a Londra a livello dei ministri degli esteri, diventa un punto di riferimento stabile. Nella riunione di oggi è stato infatti deciso – riferiscono fonti diplomatiche – di istituire un gruppo di lavoro, a livello di alti funzionari, che si riunirà periodicamente alternando le sedi tra capitali arabe e occidentali.

E i prossimi appuntamenti – di cui non sono state ancora fissate le date – saranno Qatar e Roma. La prima riunione si terrà in Qatar, il primo paese arabo che ha riconosciuto il Cnt libico. Il premier del paese, Hamad Bin Jissim Bin Jabr Al Thani,  ha detto che la partenza di Muammar Gheddafi e della sua gente dalla Libia è l’unico modo per fermare il bagno di sangue. Il Qatar ha annunciato che faciliterà la vendita di petrolio libico in coerenza con le leggi internazionali.

Il segretario di Stato americano Hillary Clinton ha detto che nei suoi incontri con i leader del Cnt a Londra si è parlato di come venire incontro ai loro bisogni finanziari. Oggi la Clinton ha incontrato l’inviato speciale del Cnt Mahmoud Jibril. Il segretario di Stato americano  ha confermato che a Londra non si è parlato di inviare armi ai ribelli libici. ”Non abbiamo deciso se armare i ribelli libici, dunque non c’era motivo di parlarne qui”, ha detto la Clinton.

Anche il ministro degli esteri britannico William Hagueha confermato che l’invio di armi ai ribelli non è stato discusso oggi a Londra. Dell’eventualità di armare il ribelli in Libia aveva parlato oggi l’ambasciatrice americana all’Onu Susan Rice.

L’affermazione di Hague e Clinton è stata per di fatto “smentita” da quella dell’omologo francese Alain Juppé: “La Francia è pronta a parlare con gli alleati di armare i ribelli del Cnt”. La Francia, con il Qaatar, è il solo Paese che ha riconosciuto il Cnt come rappresentante legittimo del popolo libico.

Juppé ha espresso rincrescimento per l’assenza dell’Unione Africana dalla riunione di Londra sulla Libia dovuta – ha detto – a divergenze interne. Al gruppo di contatto sulla Libia parteciperanno una ventina di paesi parteciperanno al Gruppo di Contatto sulla Libia: lo ha detto il ministro degli esteri francese Alain Juppe. Il Qatar ha accettato di convocare la prima riunione del Gruppo appena possibile.

Il ministro italiano Franco Frattini. Il Comitato nazionale di transizione di Bengasi (Cnt) ”è un interlocutore sempre più credibile”. E’ quanto ha sottolineato il ministro degli Esteri Franco Frattini al termine della conferenza di Londra sulla Libia ricordando che oggi il Cnt ha presentato una serie di punti quali le elezioni libere, uno Stato laico, il rispetto dei diritti e ha ”confermato che saranno rispettati i patti assunti a livello internazionale”.

”Che contribuirà cioè ad una continuità” nell’azione del paese ma ”con una discontinuità nell’azione di governo”. Il capo della diplomazia italiana ha quindi annunciato che l’Italia sta considerando di invitarlo ”in via informale alla prossima riunione del ‘5+5′ che si terrà a Napoli nelle prossime settimane”. Frattini ha sottolineato che La conferenza di Londra si è detta favorevole ”all’unanimità” nel dire che ”Gheddafi deve lasciare il Paese”.

Il ministro degli Esteri italiano ha espresso “rammarico” per l’assenza oggi alla conferenza di Londra sulla Libia dell’Unione Africana (Ua). Ma ”non ci arrendiamo: intendiamo coinvolgerla”, ha spiegato il capo della diplomazia italiana al termine dei lavori nella capitale britannica spiegando che l’assenza dell’Ua a Londra è motivata dal fatto che l’organizzazione panafricana ”non era riuscita a raggiungere un’ unanimità al suo interno”.

Quello di un possibile esilio a Gheddafi ”è uno degli argomenti di cui abbiamo parlato”, ha detto Frattini al termine della conferenza di Londra,  precisando comunque che non si potrà ”promettere un salvacondotto: pensiamo che lasci il Paese ma nessuno può immaginare all’immunità giurisdizionale e tanto meno noi che siamo tra i fondatori della Cpi”, ha spiegato il capo della diplomazia italiana tornando al rilancio l’ipotesi di un ruolo dell’Unione africana: ”Non è un segreto possa fare da leva ma queste cose per avere successo devono essere fatte con discrezione”, ha aggiunto ricordando che e’ ”indispensabile vi siano paesi disponibili ad accogliere Gheddafi e la sua famiglia”.

Quello raggiunto a Londra, ha detto ancora il numero uno della Farnesina, è ”un risultato politico estremamente positivo: c’è infatti un’unità di visione sul fatto che la missione nel paese non è un fine ma che l’obiettivo è una soluzione politica per il futuro della Libia”. C’è condivisione sul fatto che spetti ai libici decidere il loro futuro attraverso un processo che possa vedere il Cnt assumerne la guida a cui ”Gheddafi non partecipi: il Rais deve lasciare”, ha aggiunto il ministro.

Frattini ha quindi ribadito l’esigenza di ”sostenere un’azione condivisa per l’avvio di un dialogo che includa tutte le parti del territorio libico, sia i gruppi tribali come tutte le forze organizzate in vista di un percorso che potrebbe portare alla definizione di una Costituzione”. In questo contesto ”il cessate il fuoco è certamente indispensabile” e ha come precondizione l’uscita di Gheddafi ”altrimenti – ha spiegato il ministro – si rischierebbe un paese diviso in due”.

Altro punto fondamentale resta quello del sostegno umanitario che è stato oggetto anche del confronto del ministro con il colleghi di Qatar, EAU e Turchia. ”Come Italia continueremo ad essere protagonisti delle azioni umanitarie e stiamo pensando con questi paesi a corridoi che non riguardino solo l’est ma anche a zone come Misurata che quando le truppe di Gheddafi si ritireranno resterà abbandonata alla devastazione”. Frattini ha così ricordato che in questo contesto è prevista la missione umanitaria dell’Ue che avrà a Roma il suo quartier generale operativo.