Madrid: gli “indignados” presentano il loro manifesto, ma per la Giunta elettorale “vanno sgombrati”

Pubblicato il 20 Maggio 2011 - 22:09 OLTRE 6 MESI FA

MADRID – Alla mezzanotte di oggi scatta in Spagna il divieto di manifestazioni ed atti di propaganda che coincide con la “giornata di riflessione” alla vigilia delle elezioni regionali e amministrative di domenica. Questa sera quindi è una giornata importante anche per i ragazzi che protestano a Puerta del Sol a Madrid: la Giunta elettorale infatti, con un solo voto di maggioranza ha proibito anche questa protesta, con la polizia che potrebbe così decidere di avviare lo sgombero per “far rispettare la legge”, come chiesto dai candidati e dai giornali del centrodestra.

Il ministro degli Interni, il socialista Alfredo Perez Rubalcaba, è stato però molto più cauto, e in conferenza stampa ha detto che “la polizia deve essere impiegata per risolvere problemi e non per crearne di nuovi”. Il ministro ha insomma fatto capire che, almeno per il momento, a Puerta del Sol non ci sarà alcun intervento.

Intanto, gli “indignados” fanno sapere che non stanno facendo propaganda elettorale, come ha spiegato una portavoce. Loro, i ragazzi del movimento “Democracia real ya” (“Democrazia reale adesso”) hanno ritirato i manifesti e gli striscioni nei quali invitava a votare in bianco o ad annullare il voto.

A Puerta del Sol ci sono giovani studenti, precari e disoccupati che hanno formato commissioni e si riuniscono in circolo, seduti per terra, a discutere con un megafono che gira di bocca in bocca. Tutto il lavoro e le discussioni si stanno concentrando nella elaborazione di un “manifesto minino” con i temi più importanti e le proposte per affrontarli che, alla fine, saranno messe ai voti. Nel “manifesto” chiedono l’abolizione delle leggi che considerano ingiuste, come quella elettorale, e vorrebbero che ogni nuovo provvedimento importante approvato dal Parlamento sia sottoposto automaticamente a referendum. Vogliono abolire la monarchia e chiedono una riforma fiscale a favore dei redditi più bassi. Una tassa Tobin sulle speculazioni finanziarie e la nazionalizzazione delle banche salvate dal fallimento con i fondi statali. Chiedono più trasporti pubblici e meno auto private, piste ciclabili e biglietti gratis ai disoccupati.

Poi se la prendono con la classe politica: liste elettorali aperte, azioni contro la corruzione politica e ricandidature precluse agli indagati. Riduzione dei costi, riforma della legge sul finanziamento ai partiti, soppressione di incarichi e pensioni vitalizie. Tra le richieste degli “indignados” c’è anche la completa separazione fra lo Stato e la Chiesa, con quest’ultima che non deve ricevere finanziamenti statali.

Ancora: questo nuovo movimento, che sembra stia raccogliendo diversi consensi anche fuori dalla Spagna, chiede che  i giudici devono stare lontani dalla politica, e che i politici non devono interferire con il lavoro della magistratura. Chiedono anche il decentramento del potere politico con una partecipazione allargata alla gestione dei bilanci delle singole amministrazioni (provincie, comuni, regioni) e una democrazia locale più diretta grazie ad internet e alle nuove tecnologie. Per l’ecologia e l’ambiente chiedono la chiusura immediata di tutte le centrali nucleari e sollecitano il governo a sostenere la ricerca e l’applicazione delle energie alternative, la riduzione delle spese militarie e la proibizione all’esercito di intervenire in qualsiasi scenario di guerra.

Da Madrid la protesta si è estesa nelle altre grandi città. Dopo Barcellona, dove è occupata Plaza de Catalunya, sono 166 i centri abitati in Spagna nei quali sono in corso proteste.

Un sondaggio spiega infine la composizione del popolo degli “indignados”. Il 60% sono uomini, il 40% donne; il 32 % lavora, il 25% sono studenti, il 23% disoccupati, il 12% studia e lavora. La fascia d’età più rappresentata (21%) ha fra i 20 e i 24 anni, il 17% fra 25 e 30 anni, il 7% meno di 20 mentre il 13% ha superato i 30. Nella piazza le assemblee hanno una cadenza di una ogni quattro ore circa, dalle otto a mezzanotte.

Su Facebook, nei vari siti da “Spanish revolution” a “Democracia real”, hanno quasi 200mila sostenitori.