Medio Oriente. Tumulti e rivolte cambiano equilibrio potere a favore dell’Iran

di Licinio Germini
Pubblicato il 28 Febbraio 2011 - 12:22 OLTRE 6 MESI FA

Il presidente iraniano Mahmoud Rafdanidejad

IL CAIRO, EGITTO – Le rivolte popolari che stanno sconquassando il mondo arabo hanno cominciato a cambiare l’equilibrio del potere nella regione, rafforzando la posizione dell’Iran e indebolendo quella dell’Arabia Saudita, secondo le valutazioni di esperti mediorientali.

Sebbene sia troppo presto per conoscere quale sarà l’impatto finale delle rivolte e dei tumulti, l’Iran ha già tratto beneficio dalla cacciata o dall’indebolimento di leader arabi che erano suoi nemici ed ha cominciato a dimostrare la sua crescente influenza.

Un esempio è stato il passaggio nel Canale di Suez di tre sue navi da guerra che hanno approdato in Siria senza che i militari egiziani abbiano fatto nulla per impedirglielo.

L’Arabia Saudita, una nazione sunnita da sempre alleata degli Stati Uniti ed ai ferri corti con l’Iran sciita per la preminenza nell’influenza regionale, è stata scossa dagli avvenimenti mediorientali, tanto da indurre il re Abdullah ad annunciare stanziamenti di 10 miliardi di dollari per migliorare le condizioni della popolazione del regno, seppur tralasciando riforme politiche.

Abdullah ha incontrato il re del Bahrein, Hamad bin Isa al-Khalifa, anche lui sotto pressione, per discutere come contenere le proteste della maggioranza sciita nel piccolo regno. Entrambi i sovrani accusano le loro popolazioni sciite di essere alleati dell’Iran, anch’esso a maggioranza sciita, accuse che vengono respinte dagli sciiti, i quali accusano i governanti sauditi e del Bahrein di fomentare tensioni settarie per impedire riforme democratiche.