Medio Oriente. Anche l’Oman investito dalle proteste, scontri tra dimostranti e polizia

Pubblicato il 1 Marzo 2011 - 16:58 OLTRE 6 MESI FA

Manifestazione di protesta in Oman

BEIRUT, LIBANO – Le proteste in Medio Oriente si stanno propagando come fuoco in una prateria, e ora è la volta dell’Oman, un solitamente tranquillo Paese intriso di petrolio lungo la costa sud-orientale della penisola arabica.

Tre giorni di proteste per ottenere riforme politiche e migliori condizioni di vita hanno raggiunto Muscat, la capitale, dove siede il leader del Paese, Sultan Qaboos bin Said, al potere da 40 anni, ereditato dal padre.

Le proteste in Oman, l’ultimo Paese investito dai tumulti nel mondo arabo, sottolineano la profondità del malcontento contro la sempiterna permanenza al potere di dittatori e monarchi. Indicano anche che potrebbero espandersi e coinvolgere altri Paesi del Golfo Persico.

Nella città nordorientale di Sohar, dove le proteste hanno avuto origine, i dimostranti hanno bloccato le strade verso il porto, il secondo per importanza in Oman, e verso un’area industriale che include una raffineria ed una fabbrica di alluminio. Hanno poi dato alle fiamme un supermercato e si sono scontrati con la polizia.

Nel tentativo di calmare le tensioni, Sultan Qaboos bin Said ha inviato emissari a Sohar per negoziare con i dimostranti, ma il risultato dei colloqui non  è chiaro. Il leader ha però promesso di attribuire più potere al consiglio legislativo, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa ufficiale ONA.

Dopo i violenti scontri di lunedi tra dimostranti e polizia, non è dato di conoscere il bilancio ufficiale di morti o feriti, ma un medico locale ha dichiarato alla Reuters che in altri scontri domenica scorsi sono morte sei persone.

I dimostranti chiedono migliori salari, calo dei prezzi di praticamente tutto, abolizione dell’imposizione fiscale e fine della rampante corruzione. Dopo le proteste, Sultan Qaboos ha ordinato la creazione di 50 mila posti di lavoro e un sussidio di 386 dollari mensili ai disoccupati in cerca di lavoro.

Su Facebook alcuni cittadini dell’Oman hanno scritto che il popolo non contesta il potere di Sultan Qaboos, ma che vogliono solo migliori condizioni di vita. Uno dei post afferma: ”Noi non viviamo nella paura. Tutto quello che vogliamo sono posti di lavoro, salari più alti, riforme economiche e fine della corruzione”.