Missili nucleari Usa in Europa insicuri e inutili. Lo studio

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Agosto 2016 - 09:44 OLTRE 6 MESI FA
Missili nucleari Usa in Europa insicuri e inutili. Lo studio

Missili nucleari Usa in Europa insicuri e inutili. Lo studio

ROMA – Missili nucleari Usa in Europa insicuri e inutili? Lo studio. Le 180 testate nucleari degli Stati Uniti dislocate in Europa sono “costose, inutili e insicure”, rivela lo studio di un think tank americano indipendente dal Pentagono. La forte presa di posizione segnala l’evoluzione di un dibattito politico che deve, necessariamente, prendere atto di un mutato scenario dove oggi è la sicurezza il fattore preponderante: l’Europa è in grado di difendere dal terrorismo i siti dove sono conservate?

Solo in Italia ci sono 70 missili nucleari, 50 nella base Usa di Aviano, altre 20 a Ghedi, presso Brescia, lo stesso sito preso di mira da una cellula jihadista smantellata un anno fa: due uomini progettavano un attacco. In Belgio, a soli 100 km dall’aeroporto di Bruxelles pochi giorni prima teatro del sanguinoso attentato, una guardia di sicurezza della base di Kleine Brogel veniva misteriosamente uccisa.

L’allarme più grande, tuttavia, in coincidenza con il recente tentativo di colpo di stato in Turchia: nella base di Incirlik, che custodisce 50 testate nucleari, fu tagliata l’elettricità, il comandante arrestato, fatto divieto di decollo e atterraggio agli aerei americani.

“È impossibile dare una risposta alla domanda se, in caso di protratto conflitto civile in Turchia, gli Stati Uniti avrebbero potuto mantenere il controllo delle 50 testate. Queste armi – denunciano dallo Stimson Center – hanno utilità zero sullo scacchiere europeo e, oggi, sono più un peso che un vantaggio per i nostri alleati Nato”.

Anche perché, dal momento che quelle testate dovrebbero armare aerei europei, non si vede come davvero possano essere utilizzate: per dire, nessuno vede come governi e parlamenti in Italia e in Germania possano votare e autorizzare lo sganciamento di bombe atomiche.