Mitt Romney, primo tra i candidati repubblicani alla Casa Bianca, è per i matrimoni gay

Pubblicato il 13 Luglio 2011 - 14:58 OLTRE 6 MESI FA

Mitt Romney

DES MOINES, STATI UNITI – L’ex-governatore del Massachusetts e principale candidato repubblicano alla Casa Bianca nelle elezioni dell’anno prossimo Milton ”Mitt” Romney è il primo aspirante del suo partito a rifiutare di sottoscrivere l’impegno richiesto da un’associazione conservatrice cristiana dello Iowa di contrastare il matrimonio tra gay, a quanto riferisce l’Associated Press.

L’impegno, chiamato Family Pledge, composto di 14 punti, è stato invece firmato da due dei rivali di Romney per la nomination del partito, Michele Bachmann e Rick Santorum. Il Family Pledge è una sorta di manifesto conservatore che tra l’altro chiede ai candidati repubblicani di battersi contro i matromini gay, la pornografia, i dormitori militari per membri dello stesso sesso e aspetti della legge islamica.

L’impegno, pubblicato la settimana scorsa, ha suscitato subito scandalo affermando che rispetto ad oggi, ai tempi della schiavitù era più probabile che i bambini Afro-Americani venissero alevati da entrambi i genitori. Oggi nella comunità nera, specialmente nei grandi centri urbani, il numero delle ragazze madri e dei divorzi è molto alto. Le proteste dei ministri di culto neri ha avuto l’effetto di far togliere dal documento quel riferimento.

Un portavoce di Romney, Andrea Saul, ha diffuso una dichiarazione in cui si afferma che ”sebbene Romney sia un convinto sostenitore del matrimonio tradizionale, il Family Pledge contiene affermazioni e normative indecorose e inappropriate per una campagna presidenziale”. Nessuno degli altri candidati repubblicani, incluso l’ex-presidente della camera dei deputati Newt Gingrich, hanno ancora fatto sapere se sottoscriveranno l’impegno o no.

Eccetto Romney, gli altri aspiranti repubblicani sono tutti molto cauti in quello che fanno per due ragioni: perchè nello Iowa è forte la componente dei cosiddetti ”conservatori sociali”, e perchè lo stato è il primo nella campagna elettorale a indire i ”caucus”, ovvero riunioni informali di sostenitori e membri dei due principali partiti che indicano, seppure non con validità statistica, l’umore dell’elettorato in quel momento della campagna elettorale per la Casa Bianca.