Morto al-Awlaki, Al Qaeda perde la sua voce in Occidente

di Licinio Germini
Pubblicato il 1 Ottobre 2011 - 11:54| Aggiornato il 2 Ottobre 2011 OLTRE 6 MESI FA

Anwar al-Awlaki

SANAA, YEMEN – L’uccisione di Anwar al-Awlaki, nato negli Stati Uniti da genitori yemeniti, e di Samir Khan, anch’egli cittadino americano, ad opera di droni Usa nello Yemen, hanno avuto l’effetto di eliminare il fattore decisivo che rendeva il braccio yemenita di Al Qaeda la più grave minaccia per gli Stati Uniti: la sua capacità di fare propaganda in Occidente.

Pubblicando su internet i suoi discorsi in inglese sulla jihad nascosto nelle montagne yemenite, al-Awlaki reclutava musulmani come il giovane nigeriano che ha cercato di far precipitare un aereo americano a Natale, o l’americano di origini pachistane che ha fallito nel tentativo di far esplodere un’auto-bomba a Times Square.

L’attacco dei droni nelle prime ore del mattino di venerdi, nella provincia orientale yemenita di al-Jawf, viene considerato il primo caso in cui un cittadino americano è stato ucciso in base a informazioni di intelligence e all’approvazione del presidente Barack Obama. Al-Awlaki era stato il primo americano ad essee inserito dall’amministrazione Obama nella lista di quelli che la Cia voleva ”morti o catturati”. L’altra vittima dell’attacco, Samir Khan, era un altro importante, e pericoloso, affiliato di Al Qaeda, che pubblicava su internet la rivista del gruppo terroristico.

La sera di venerdi, a quanto riferisce l’Associated Press, due funzionari dell’intelligence Usa hanno fatto sapere il nome di una terza vittima, Ibrahim al-Asiri, specialista in esplosivi, che aveva confezionato la bomba nascosta nelle mutande del nigeriano accusato di aver cercato di far esplodere un aereo nel cielo di Detroit a Natale del 2009.

La morte di Al-Awlaki è il maggior successo della campagna dell’amministrazione Obama intesa ad eliminare la leadership di Al Quaeda dall’uccisione di Osama bin Laden in Pakistan nel maggio scorso. La caccia ad al-Awlaki, durata tre mesi, e l’attacco dei droni sono stati coordinati dalla stessa unità segreta che ha indicato ai commamdo Usa l’ubicazione della villa dove si nascondeva bin Laden.

Nato nel Nuovo Messico, al-Awlaki era nel mirino degli stati Uniti fin da quando Obama approvò la sua eliminazione l’anno scorso. Era sfuggito a due attacchi aerei nello Yemen. A luglio, il ministro della difesa Leon Panetta l’aveva definito ”un obiettivo prioritario” sullo stesso piano del successore di Bin Laden, Ayman al-Zawahri.

Ma l’entusiasmo per l’uccisione di al-Awlaki non è dondiviso da tutti, nè lo è riguardo alle conseguenze che potrà avere su Al Qaeda. Bruce Riedel, del Brookings Institute ed ex- funzionario della Cia, ha avvertito che pur essendo ”il principale propagandista” del braccio yemenita del gruppo terroristico, la sua morte ”non ne cambia significativamente la situazione”. L’organizzazione nello Yemen, ha aggiunto, ”è intatta e continua a crescere a causa del caos che regna nello Yemen”.

Anche l’esperto di terrorismo Evan Kohlman ritiene che la morte di al-Awlaki non avrà particolari conseguenze negative per le capacità militari di Al Qaeda nello Yemen. La conseguenza di maggiore importanza, ha precisato, ”è che limiterà, almeno nel breve periodo, la sua capacità di diffondere altra propaganda in inglese”. Ma, ha sottolineato, i discorsi di al-Awlaki restano su internet, ”ed ora diventeranno ancora più efficaci perchè verà considerato un martire”.