Usa: i democratici non vogliono più Nancy Pelosi come speaker della Camera

Pubblicato il 11 Novembre 2010 - 14:05 OLTRE 6 MESI FA

Nancy Pelosi

La sua elezione il 4 gennaio 2007 a speaker, presidente, della Camera dei Deputati, fu accolta con grida di giubilo dai suoi confratelli democratici e dalle donne americane una delle quali veniva eletta a quell’importante carica per la prima volta nella storia degli Stati Uniti. Particolarmente orgogliosi gli italoamericani per il trionfo della loro ”conterranea” Nancy Patrizia D’Alessandro Pelosi.

Ma dopo le legnate date ai democratici dai repubblicani alle elezioni midterm della settimana scorsa, le cose sono cambiate, e di molto.

Detto in poche parole, sono usciti fuori i coltelli, e buona parte della base democratica la Pelosi non la vuole più a capo della Camera. Non perchè abbia fatto particolarmente male il suo mestiere – anche se i repubblicani non la possono vedere – bensì, rilevano gli analisti, per il motivo che successivamente alla grave sconfitta elettorale non è possibile lasciare tutto come prima, e la Pelosi col suo incarico è un personaggio troppo in vista e potente per essere lasciata dove vole restare.

Già, perchè l’attuale speaker della Camera non ha alcuna intenzione di andarsene, e invece di attribuire la sconfitta elettorale al malcontento per un classe dirigente responsabile di iniziative che non piacciono agli americani (riforma sanitaria, riforma finanziaria, afghanistan ecc.) se l’e’ presa con la disoccupazione al 9,6 per cento, che non accenna a diminuire e che secondo gli economisti resterà a quei livelli per altri 18 anni. E al governo ci sono i democratici.

La base del partito si agita, falcidiata dal tornado repubblicano che gli ha tolto il controllo della Camera e per poco non gli toglieva anche quello del Senato, il che sarebbe stato l’equivalente di una catastrofe.

La Pelosi è di tendenze progressiste, liberal, e un cospicuo numero di deputati che formavano la sua corte sono stati battuti dalla carica dei repubblicani conservatori coadiuvati dai loro alleati del Tea Party. E’ qundi naturale che gli sconfitti se la prendano ora con la Pelosi e il suo intransigente progressismo in una fase in cui – dicono i sondaggi – gli americani stanno svoltando a destra.

Certo, non è detto che la Pelosi riesca nel suo intento. Ha dichiarato al New York Times il deputato democratico Jason Altmire: ”Sta prendendo corpo la sensazione che la permanenza della Pelosi a speaker della Camera non sia esattamente quel che la gente ritiene sia la soluzione migliore”.

D’altra parte, se un numero sufficiente di persone si facesse avanti per manifestare la loro contrarietà alla Pelosi, non è escluso che cambi idea”. Dovrebbe farlo, per scongiurare scontri con i suoi concorrenti che già affilano le armi, entro il 5 dicembre, poche ore dopo la riapertura della Camera.