Nobel Pace. Tra i favoriti dissidente cinese Liu Xiaobo, inviso a Pechino

Pubblicato il 7 Ottobre 2010 - 10:41 OLTRE 6 MESI FA

Liu Xiaobo

La riservatezza, ad Oslo, e’ di rigore ma, come sempre, i nomi circolano in abbondanza sulla rete e a poche ore dall’assegnazione del Nobel per la Pace i bookmaker sono in piena attivita’ dando per favorito, a quota 4, il dissidente cinese imprigionato Liu Xiaobo.

Si parla anche del primo ministro dello Zimbabwe, Morgan Tsvangirai, dell’Ong russa per la difesa dei diritti umani Memorial e della sua fondatrice Svetlana Gannushkina, di Emergency e di Gino Strada, ma pure del programma spaziale Iss e delle Nonne di Plaza de Mayo.

Non manca nemmeno Silvio Berlusconi. Tra i papabili, e con ottime possibilita’, la stessa Internet, data a 10 dagli scommettitori, e i suoi fondatori, gli americani Larry Roberts e Vinton Cerf, e il britannico Tim Berners-Lee, grazie alle cui intuizioni si sono diffusi social network come Twitter.

Le candidature non si contano e sono da record. Per l’assegnazione del Nobel per la Pace 2010 sono stati presentati 237 nomi, tra personalita’ e organizzazioni, il numero piu’ alto in assoluto. E’ l’effetto Obama, si commenta negli ambienti dell’Istituto norvegese per il premio Nobel.

E l’onda lunga dell’attribuzione del riconoscimento al presidente americano – che ha suscitato adesioni entusiaste e dibattiti controversi – ha alzato le quotazioni della ‘nobelmania’ che, accanto ai nomi ‘illustri’ dei candidati, vede una serie di sponsor altrettanto famosi.

Per la candidatura di Liu Xiaobo, professore universitario di 54 anni che nell’89 si schiero’ a fianco del movimento studentesco di Piazza Tienanmen e condannato l’anno scorso a 11 anni di prigione, si e’ mosso l’ex presidente della Repubblica ceca Vaclav Havel, con una lettera all’International Herald Tribune.

Ed e’ gia’ un caso. Il direttore del Nobel, Geir Lundestan, aveva riferito nei giorni scorsi che, secondo il viceministro degli Esteri cinese Fu Ying, l’assegnazione del Nobel a Liu sarebbe un ”gesto ostile”. Qualche giorno dopo, lo stesso viceministro, alla vigilia del viaggio in Europa del premier Wen Jiabao, che giovedi sara’ in Italia, ha evitato di smentire o confermare, chiedendosi in una conferenza stampa il perche’ di tanto interesse dei giornalisti.

A tappeto, nel mondo, il sostegno alla candidatura di Internet. Tra gli italiani, Umberto Veronesi e Giorgio Armani. Tra i tanti altri, il premio Nobel per la Pace iraniana Shrin Ebadi, secondo la quale ”senza la rete il mondo sarebbe stato all’oscuro di tutto cio’ che e’ successo nelle elezioni del 2009” in Iran e ”le persone comuni sono diventate dei giornalisti e attraverso i telefonini hanno diffuso i video di cio’ che succedeva nel mio Paese”.

Il simbolo italiano della campagna per Internet e’ la Torre di Pisa, citta’ culla dell’informatica in Italia, dove e’ nato il primo nodo nazionale della rete Arpanet (primo nome di Internet).

E’ sceso in campo anche l’ex ct della nazionale argentina Diego Armando Maradona, che ha inviato una lettera al Comitato norvegese per il Nobel auspicando l’assegnazione alle Nonne di Plaza de Mayo, impegnate a ritrovare i figli di desaparecidos nati nei centri di detenzione durante la dittatura (1976-1983) e adottati illegittimamente da coppie legate ai militari al potere. Fino all’8, giorno del conferimento, non resta che seguire il ‘countdown’ su nobelprize.org, sito ufficiale del Nobel.