Nucleare, Cina: sanzioni all’Iran non risolveranno la situazione

Pubblicato il 13 Aprile 2010 - 07:30 OLTRE 6 MESI FA

Con una sterzata rispetto al passato, il presidente statunitense Barack Obama e il pari grado cinese Hu Jintao hanno promesso che lavoreranno fianco a fianco per stabilire una serie di sanzioni contro l’Iran, volte a chiarire alla Repubblica Islamica quali sono i costi da pagare se vorrà continuare a portare avanti le attività nucleari.

La sterzata è durata poco però perchè il presidente Hu Jintao ha spiegato poi che sanzionare l’Iran non è la soluzione migliore, meglio negoziare e risolvere tutto col dialogo.

“Pressioni e sanzioni non potranno regolare alla base il dossier nucleare iraniano. I migliori strumenti sono il dialogo e il negoziato”. Le parole del portavoce cinese gelano l’ottimismo americano. Perché raffreddano le certezze del presidente Obama che, in apertura del vertice sulla sicurezza nucleare di Washington, aveva assicurato di aver ricevuto un sostegno del presidente Hu Jintao per un rafforzamento delle sanzioni contro Teheran.

l presidente Obama, che ha definito il terrorismo nucleare “la più grave minaccia alla sicurezza degli Stati Uniti”, ha proposto un piano di azione per mettere “sotto chiave” nel giro di quattro anni tutto il materiale nucleare attualmente a rischio di finire nella mani di stati pericolosi (come Iran e Corea del Nord) e di organizzazioni terroriste (come Al Qaeda). Nessun rappresentante di Teheran né di Pyongyang è stato invitato al vertice. Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha inviato una delegazione.

Intervistato dopo il suo arrivo a Washington dalla Cbs, il presidente francese Nicolas Sarkozy ha detto che il suo Paese non rinuncerà mai alle armi nucleari. La Francia, ha spiegato il capo dell’Eliseo, “ha rinunciato ad effettuare test nucleari, ha ridotto notevolmente la quantità dei suoi armamementi”, ma non può spingersi oltre senza mettere a repentaglio la sua stessa sicurezza del mio Paese”.