Nucleare Iran, accordo non c’è. Gelo Usa: potremmo andarcene

di Redazione Blitz
Pubblicato il 1 Aprile 2015 - 20:08 OLTRE 6 MESI FA
Nucleare Iran, accordo non c'è. Gelo Usa: potremmo andarcene

Nucleare Iran, accordo non c’è. Gelo Usa: potremmo andarcene

ROMA – L’accordo sul nucleare tra Iran e Paesi del 5+1 non c’è. E non è neppure vicino. Così, dopo giorni di trattative intense e per ora senza esito, all’improvviso dal tavolo delle trattative arriva la doccia gelata: gli Stati Uniti sono pronti ad alzarsi e andarsene senza la firma. Doccia gelata perché ieri, nonostante il rinvio, sembrava esserci un accordo di massima e si era deciso di rimanere 24 ore oltre il termine stabilito proprio per limare i dettagli.

Invece, nel pomeriggio di mercoledì 1 aprile Josh Earnest, il portavoce della Casa Bianca ha gelato tutti: l’Iran non offre impegni tangibili, e quindi rischia di “subire ulteriori sanzioni più pesanti”. Earnest non disconosce i passi in avanti fatti dal negoziato e spiega che “finché i negoziati con l’Iran produrranno risultati gli Stati Uniti non porranno fine alle trattative in maniera brusca e arbitraria”. Il rischio però c’è, perché su alcune questioni cruciali la sintesi non si trova.

I russi, dal tavolo si erano già alzati in mattinata ma con tutt’altro spirito. Per loro l’intesa di massima c’era già, Usa e Iran dovevano proseguire solo per i dettagli. Per ora niente di tutto questo. I nodi da sciogliere sono ancora diversi:

* TEMPI – E’ il maggiore nodo da sciogliere. I tempi di durata dell’accordo stesso, che gli iraniani verrebbero non più lunghi di dieci anni, mentre gli Usa preferirebbero 15 e la Francia ancora di più. E anche sui tempi della revoca delle sanzioni sembrano esserci ancora divergenze significative: Teheran vorrebbe che fosse contestuale all’inizio dell’applicazione dell’accordo, mentre in particolare Usa e Francia spingono per un alleggerimento progressivo e collegato al rispetto dei termini dell’accordo, e anche alla totale e costante disponibilità alle ispezioni di verifica.

* BOMBA – Aperta anche la questione del tempo necessario a Teheran per realizzare in segreto un ordigno atomico, una volta che ne avesse acquisito la capacità: il cosiddetto ‘breakout’. L’amministrazione Obama vorrebbe limitare l’arricchimento dell’uranio in modo che il ‘breakout’ sia di almeno di un anno, tempo giudicato sufficiente per un eventuale intervento che fermi Teheran.

* SCORTE – Tra le questioni tecniche, lo scoglio maggiore sembra riguardare le scorte di combustibile nucleare. Inizialmente sembrava che l’Iran avesse accettato di inviare in Russia l’uranio arricchito di cui dispone, ma la delegazione iraniana ha smentito.

* CENTRIFUGHE – Un’intesa di massima sembra invece raggiunta su aspetti come il numero di centrifughe per l’arricchimento dell’uranio che l’Iran potrà continuare ad usare. Si parla di 6.000 delle oltre 10 mila di cui attualmente dispone. Allo stesso tempo, gli impianti saranno sottoposti a controlli e verifiche costanti da parte degli ispettori internazionali. Sarebbe inoltre stato già delineato il quadro di attività consentite agli impianti nucleari di cui dispone Teheran, compreso quello super-fortificato di Fordow, che apparentemente potrà continuare ad usare alcune centinaia di centrifughe con elementi come zinco, xenon o germanio, utili dunque solo a fini medici, industriali e legati alla ricerca scientifica. Non è chiaro invece il futuro della centrale ad acqua pesante di Arak, che, in forza dell’accordo dovrebbe produrre meno plutonio rispetto ai progetti originari