Obama alla biglietteria del Colosseo paga 12 euro con la propria carta

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Marzo 2014 - 14:05 OLTRE 6 MESI FA
Obama alla biglietteria del colosseo paga 12 euro con la propria carta

Obama alla biglietteria del colosseo paga 12 euro con la propria carta

ROMA – Obama alla biglietteria del Colosseo paga 12 euro con la propria carta. Veri ululati di meraviglia ha strappato ieri Barack Obama quando, mano al portafoglio, si è diretto alla biglietteria del Colosseo per pagare i biglietti di ingresso per sé, per la delegazione Usa e dell’ambasciata americana a Roma. Prezzo singolo del biglietto, 12 euro. Con la carta di credito personale il leader della nazione più potente del mondo ha fatto la sua brava fila anche alla cassa del bookshop per un libro e due magliette, regali per moglie e figlie.

La dedica a Michelle apposta sul libro era sintetica, “Rome is amazing”. Romani e italiani che hanno assistito alla scena hanno trovato “amazing”, invece, che un politico tirasse fuori i suoi soldi come un comune mortale. Non siamo abituati e non, stavolta, per naturale pregiudizio verso la Casta. E’ che non siamo proprio abituati a non approfittare della situazione, a regolare le pendenze a prescindere. In questo, è proprio vero, classe politica e gente coincidono: la casta ci rappresenta.

Specie in occasioni istituzionali, la celebrazione del momento significa per noi prima di tutto banchetto a sbafo, se va bene. Se va male ci scappa un’entrata gratis al museo, al Palazzo, al castello. Siamo “portoghesi” nell’animo, quando si può ci asteniamo dal pagare. Con rispetto ovviamente di tutti gli abitanti del Portogallo. Che non c’entrano niente, evidentemente, con quanto successe a Roma nel 1731 quando arrivò, per un’altra visita eccellente, il munifico re del Portogallo Giovanni V.

Pieno di dobloni d’oro delle colonie sudamericane e volendo assicurarsi la benevolenza papalina, il corrispettivo meno figo ma più liquido di Obama finanziò le opere di debutto del Teatro Argentina: praticamente pagò tutto lui, con la sola riserva che tutti i cittadini portoghesi a Roma potevano assistere gratis alle rappresentazioni. Al botteghino bastava dire “eu sou português” (o qualcosa del genere). Già dalla seconda opera di scena al Teatro Argentina, i romani mangiarono la foglia. Da allora, caro Obama, quando si può siamo tutti portoghesi.