Obama firma la legge sulla sanità, ma 13 Stati presentano ricorso

Pubblicato il 23 Marzo 2010 - 17:04 OLTRE 6 MESI FA

Il presidente americano Barack Obama ha firmato la legge sulla storica riforma della sanità. «Si apre una nuova era per gli Stati Uniti», ha commentato il presidente dalla Casa Bianca.

Il presidente Obama ha firmato la legge nella East Room della Casa Bianca, alla presenza di gran parte dei parlamentari democratici del Congresso che hanno approvato la storica legislazione, compresa la speaker della Camera Nancy Pelosi e il leader democratico del Senato Harry Reid.

Alla cerimonia erano stati invitati anche numerosi congiunti del senatore Ted Kennedy, morto in agosto dopo avere fatto della riforma sanitaria la causa della sua vita: la vedova Vicki, il figlio Patrick, la nipote Caroline Kennedy (figlia di John Kennedy). Alla firma erano presenti, oltre che a rappresentanti dei medici e delle infermiere, anche alcuni personaggi simbolo delle ingiustizie dell’attuale sistema di copertura sanitaria.

Obama ha dedicato la vittoria alla madre: «Firmo questa riforma nel nome di mia madre, che ha dovuto lottare con le compagnie assicurative persino mentre combatteva contro il cancro nei suoi ultimi giorni di vita». Poi ha citato i nomi di alcuni americani colpiti dagli abusi della compagnie di assicurazione. Ha ricordato gli sforzi di passati presidenti per riformare il sistema, come Teddy Roosevelt, Franklin Roosevelt, oltre che Bill e Hillary Clinton. Infine ha riservato una menzione speciale al senatore Ted Kennedy, che ha dedicato gran parte della sua carriera politica alla riforma della sanità.

La riforma estenderà i servizi sanitari a 32 milioni di statunitensi grazie all’allargamento del raggio di azione dei programmi di salute pubblica (Medicare, finora limitato ai cittadini con reddito al di sotto della soglia dell’indigenza) e grazie ai sussidi alle famiglie che non possono acquistare polizze assicurative private; vieterà anche alle compagnie assicurative di rifiutare le polizze a bambini o adulti con malattie congenite e impedirà di revocare le polizze ai già assicurati. Una riforma con la quale il 95% dei quasi 300 milioni di cittadini americani disporrà di una copertura sanitaria. Il costo per il bilancio statale di tutto ciò è naturalmente oneroso e verrebbe finanziato in parte con i tagli a Medicaid e in parte con nuove tasse ad hoc.

Ma per alcuni la riforma Obama è anticostituzionale: Florida, South Carolina, Nebraska, Texas, Michigan, Utah, Pennsylvania, Alabama, South Dakota, Louisiana, Idaho, Washington e Colorado, guidati dal procuratore generale della Florida Bill Mccollum hanno presentato ricorso. Tutti i procuratori generali, tranne uno, sono repubblicani. Gli Stati sostengono che la legge pone un vincolo fiscale insostenibile ai bilanci statali già sofferenti, con un’estensione del programma Medicaid che è gestito a livello statale. La riforma, sostengono i procuratori nel loro ricorso, limita la libertà degli individui che vivono in questi Stati perché impone che tutti i cittadini o residenti legali negli Stati Uniti abbiano una copertura sanitaria o paghino una penalità fiscale.