Obama ripudia la “guerra al terrore” di Bush e sceglie la diplomazia

Pubblicato il 28 Maggio 2010 - 09:06 OLTRE 6 MESI FA

”L’America non può farsi carico da sola dei fardelli del mondò. Il presidente Barack Obama ha ripudiato ufficialmente la ‘dottrina Bush’ presentando una nuova strategia di sicurezza nazionale che pone l’accento sul dialogo diplomatico e sulla cooperazione globale e respinge il concetto di ‘guerra al terrorismo”.

Il documento di 52 pagine, richiesto dal Congresso ad ogni nuova amministrazione, oltre a respingere in modo netto l’approccio unilateralista di George W. Bush ai problemi internazionali, estende il concetto di sicurezza nazionale alla solidità economica, alla indipendenza energetica e alla lotta ai mutamenti del clima.

Ma l’enfasi è soprattutto sulla cooperazione internazionale. ”I fardelli di questo giovane secolo non possono cadere solo sulle spalle dell’America – scrive il presidente Obama nella introduzione al documento – Ai nostri avversari farebbe sicuramente comodo vedere l’America indebolire la sua forza cercando di fare troppe cose tutto da sola”.

Per Obama la ricerca del dialogo, della diplomazia multilaterale e della cooperazione deve però superare le alleanze tradizionali degli Stati Uniti per abbracciare ”nuove partnership con i centri emergenti di influenza”, con gli occhi puntati a paesi come la Cina, l’India e il Brasile. Il taglio più netto con la strategia del predecessore Bush è nella “guerra al terrorismo”, un concetto che era diventato il pilastro della politica internazionale del precedente inquilino della Casa Bianca ma che è respinto senza esitazioni da Obama.

Il presidente Usa tende di nuovo la mano all’Islam. ”Non possiamo essere in guerra contro il terrorismo perché è solo una tattica – ha spiegato John Brennan, il principale consigliere della Casa Bianca sulla materia – Non possiamo essere in guerra contro una religione, perché uccidere innocenti non ha niente a che vedere con l’Islam. La nostra vera guerra è contro Al Qaeda e i gruppi terroristi affiliati”.

Per quanto riguarda la Corea del Nord e l’Iran, gli Stati Uniti chiedono ai due paesi ”una scelta chiara’ tra dialogo e isolamento. ”Se ignoreranno i loro obblighi internazionali utilizzeremo mezzi molteplici per aumentare il loro isolamento e ottenere che si conformino alle norme della non proliferazione nucleare”.

Per quanto riguarda Teheran viene ribadita la intenzione di portare avanti il dialogo ”ma senza illusioni”. Il documento riconosce la importanza dell’apporto della Cina nella soluzione delle sfide globali e invita Pechino ad assumere ”un ruolo responsabile di leadership”. Gli Stati Uniti continueranno comunque a seguire da vicino il programma di modernizzazione militare di Pechino ”per garantire che non abbia conseguenze negative sugli Usa e sui suoi alleati”.

Sarà fatto inoltre tutto il possibile per ridurre la tensione tra la Cina e Taiwan. Nuova enfasi trova anche la sicurezza economica. Per mantenere la loro influenza nel mondo gli Stati Uniti devono mantenere la loro forza economica e comprendere che la capacità di produrre e sfruttare le innovazioni tecnologiche continuerà a restare una fonte di potere per l’America.

Il documento cerca di conciliare l’idealismo del candidato Obama con la realtà di un mondo denso di minacce per gli Stati Uniti e affollato di problemi che gli Usa non possono risolvere da soli. La forza della nuova strategia del presidente Obama, rilevano gli osservatori, è proprio quella di prendere atto di questa realtà.