Usa, Stato dell’Unione. Obama si sposta al centro con l’occhio alle presidenziali del 2012

Pubblicato il 24 Gennaio 2011 - 14:17 OLTRE 6 MESI FA

Il presidente Barack Obama

La parola ‘change’ ha molte sfumature. Tanto puo’ suonare progressista, quanto essere proposta in chiave contraria. A due anni di distanza dalle elezioni del 2008, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama si accinge a pronunciarla in chiave centrista.

E’ di questa natura il ‘change’ di cui Obama parlera’ nell’attesiso discorso sulla Stato dell’Unione di martedi’ 24 gennaio.

Lo rilevano oggi i principali media americani, a cominciare da New York Times e Washington Post. Focalizzato quasi esclusivamente sui temi economici, il discorso sara’ nel segno della parola d’ordine ”lavoro, lavoro, lavoro”, centrato soprattutto sui temi economici, e potrebbe – ma non è detto –  vedere aperture  nella nuova maggioranza repubblicana della Camera dei Rappresentanti.

E’ stato lo stesso Obama ad anticiparne i contenuti. ”La ripresa e’ cominciata, l’economia e’ tornata a crescere, ma resta ancora molto lavoro da fare” ha detto nel suo consueto discorso del sabato via radio e via youTube. In un Paese in cui il tasso di disoccupazione resta sopra al 9%, per troppe famiglie gli effetti della recessione continuano a farsi sentire in modo eccessivo e i nuovi posti di lavoro non crescono in misura sufficiente.

Ha detto Obama che è’ responsabilita’ comune della politica dare una risposta, e la politica se davvero vuole interpretare la sua funzione deve lavorare in modo bipartisan nell’interesse del Paese. ”Il mio obiettivo prioritario e’ fare in modo di essere competitivi”, puntando a investimenti capaci di ”creare nuovi posti di lavoro adesso e per il futuro”.

Ecco perche’ il presidente, pragmaticamente, e’ pronto ad indicare alla nuova Camera dei Rappresentanti repubblicana questa sua nuova ricetta centrista:  tagli fiscali specifici, riduzione del deficit federale, tagli mirati nella spesa pubblica, ma, nello stesso tempo, investimenti pubblici in settori strategici come innovazione e ricerca, investimenti a tuttela della famiglia, tagli nelle spese militari non giustificate.

E’ vero che bisogna ridurre il deficit, ma è anche vero che bisogna ridurre le tasse. Però bisogna intendersi sul ‘come’, perche’ e’ dovere della politica puntare a risultati di lungo termine, ha detto Obama. Da questo punto di vista – osservano gli analisti Usa – il capo della Casa Bianca continua a dirsi convinto che vi sono settori sui cui e’ necessario continuare ad investire se davvero si vuole garantire la competitivita’ futura: scuola, trasporti e innovazione sono da considerarsi prioritari.

Secondo New York Times e Washington Post, che citano fonti interne all’amministrazione, Obama nel suo discorso e’ pronto al ‘re-branding’ di se stesso, alla ridefinizione del suo ‘marchio’ politico.

Come due anni fa la promessa del ‘change’ gli aveva spianato la strada alla vittoria elettorale, così oggi – con un Paese spaccato in due su importanti temi sociali, dall’immigrazione, alla sanita’, alla disoccupazione – Obama e’ pronto ad annunciare il ‘change’ del ‘change’.

Questione di pragmatismo politico, ma anche di rispetto della volonta’ degli elettori. Senza mai dimenticare le elezioni presidenziali previste nel 2012.