Obama e l’impresa spericolata: far digerire una manovra da 3600 miliardi

WASHINGTON – Far digerire nuove tasse agli americani è un’impresa spericolata, quasi come farle pagare in Italia. Per questo il presidente Obama si trova in uno degli snodi più difficili della sua presidenza, presentando una manovra da 3600 miliardi in 10 anni per risollevare le sorti economiche degli Usa. E per placare i Repubblicani dice: “Non si tratta di lotta di classe, è matematica”.

”La salute dell’economia dipende da cosa facciamo per creare le condizioni in cui le aziende assumano e la classe media senta una sicurezza economica”, spiega Obama sottolineando che la prosperità degli Stati Uniti dipende dalla riduzione del debito. Il piano per il lavoro – aggiunge – non aggiungerà un centesimo al deficit.

”Washington deve vivere a seconda delle sua possibilità” e tutti, anche i ricchi e le grandi aziende, devono pagare il giusto per aiutare a ridurre il deficit e il debito. I tagli alle spese da soli non bastano a ridurre il deficit e il debito: c’è bisogno che tutti paghino il giusto, anche i ricchi e le aziende.

Il presidente degli Stati Uniti cita anche una frase ormai famosa del miliardario Warren Buffett per chiedere ai ricchi americani e alle grandi aziende di pagare il giusto e contribuire a far scendere il deficit e il debito: ”Non è possibile che il segretario di Warren Buffett paghi una quota di tasse sul reddito maggiore di Buffett”. Il piano di Obama include la cosiddetta ‘Buffett Rule’, che prevede un aumento delle imposte per chi guadagna più di 1 milione di dollari. Il piano di Obama avvia la discussione e le trattative per arrivare a un accordo bipartisan entro il 23 dicembre prossimo.

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