Papa Francesco-Leoncavallo: Bergoglio incontra il centro sociale milanese

Papa Francesco-Leoncavallo: Bergoglio incontra il centro sociale milanese
Papa Francesco-Leoncavallo: Bergoglio incontra il centro sociale milanese (LaPresse)

CITTÀ DEL VATICANO – Papa Francesco ha incontrato esponenti del centro sociale Leoncavallo in Vaticano. Non era un “vertice” Bergoglio-Leoncavallo, ma un’udienza nell’Aula vecchia del Sinodo che il pontefice ha concesso ai partecipanti all’Incontro mondiale dei movimenti popolari, fra i quali anche il Leoncavallo. Che a Milano è ormai un’istituzione: occupato dal 1975, dagli anni 2000 si autodefinisce “Spazio pubblico autogestito (S.p.a.)” invece di “centro sociale”.

Spiega Elena Hileg Iannuzzi del Leoncavallo:

“Il Papa ha riportato la Chiesa alle origini, diffondendo il messaggio originale del cristianesimo”. Il Leoncavallo, occupandosi da sempre di questi temi, ricorda Iannuzzi, ha “incontrato più volte esponenti della Chiesa in passato”. Le radici di sinistra del Leoncavallo e il cristianesimo sociale, rimarca Iannuzzi, hanno radici comuni. E spesso “ci siamo trovati sulle stesse strade”.

Dall’incontro sono trapelate frasi di Papa Francesco molto “di sinistra”:

Papa a movimenti base: voi presentate realtà messe a tacere. L’incontro dei movimenti popolari “è un segno, è un grande segno: viene messa alla presenza di Dio, della Chiesa, della gente una realtà spesso messa a tacere”. Lo ha detto il Papa alle organizzazioni di base rilevando che i poveri “non si accontentano di promesse illusorie, scuse o alibi. E neanche possono aspettare a braccia incrociate l’aiuto delle Ong, di piani assistenziali o soluzioni che non arrivano o se arrivano” lo fanno in un modo “pericoloso”, per “anestetizzare o addomesticare”.

“I poveri non aspettano – ha detto il Papa – e vogliono essere protagonisti, si organizzano, studiano, lavorano, protestano e, soprattutto praticano quella solidarietà tanto speciale che esiste tra coloro che soffrono, tra poveri, e che la nostra civiltà sembra aver dimenticato, o per lo meno è desiderosa di dimenticare”. “Non si può affrontare lo scandalo della povertà promuovendo strategie di contenimento” che abbiano l’obiettivo – ha proseguito Bergoglio parlando ai movimenti popolari – di tenere a bada i poveri trasformandoli in “creature addomesticate e innocue. Che tristezza quando dietro presunti atti altruistici si riduce l’altro alla passività, si negano, o peggio, si nascondono le ambizioni personali. Gesù avrebbe detto: ipocriti. Che bello invece quando vediamo popoli in movimento, soprattutto i suoi membri più poveri e più giovani. Solo in questo modo si può sentire il vento della promessa che alimenta la speranza di un mondo migliore”. Per il Papa questo vento deve trasformarsi in una “tempesta di speranza: questo è il mio desiderio”.

La solidarietà è “molto più di sporadici atti di generosità. È pensare e agire in termini di comunità, di priorità della vita per tutti contro l’appropriazione dei beni da parte di pochi. È anche combattere le cause strutturali della povertà, la disuguaglianza, la mancanza di lavoro, della terra e della casa, la negazione dei diritti sociali”. Lo ha detto il Papa parlando ai movimenti di base ed evidenziando che la solidarietà deve contrastare gli “effetti distruttivi dell’Impero del denaro: le migrazioni forzate, il traffico di persone, la droga, la guerra, la violenza”. E allora la solidarietà, “intesa nel suo significato più profondo, è un modo di fare la storia e questo è ciò che fanno i movimenti popolari”.

Papa: nessun lavoratore senza diritti, proseguite nella lotta. “Diciamo insieme con il cuore: nessuna famiglia senza tetto, nessun contadino senza terra, nessun lavoratore senza diritti, nessuna persona senza la dignità del lavoro!”. Lo ha detto il Papa nell’incontro con i movimenti popolari invitandoli a “continuare la propria lotta, ci fa bene a tutti”.
“Non esiste – ha sottolineato il Papa – una povertà materiale peggiore di quella che non permette di guadagnarsi il pane e priva della dignità del lavoro”. Francesco ha citato in particolare il caso dei giovani disoccupati e ha sottolineato che tale situazione non è inevitabile, ma è il risultato “di un’opzione sociale, di un sistema economico che pone i benefici prima dell’uomo”, di una cultura che scarta l’essere umano come “un bene di consumo”. Parlando a braccio, il Pontefice ha ripreso la Evangelii Gaudium per denunciare ancora una volta che a essere scartati sono bambini e anziani. E ora, ha detto ancora, c’è lo scarto dei giovani con milioni di disoccupati. Una disoccupazione giovanile, ha constatato, che in alcuni Paesi supera perfino il 50%. Tutti, ha così ribadito, hanno diritto a “una remunerazione degna e alla sicurezza sociale”. Qui, ha detto, ci sono ‘cartoneros’, venditori ambulanti, minatori, ‘campesinos’ a cui sono impediti i diritti del lavoro, “a cui si nega la possibilità di sindacalizzarsi”. “Oggi – ha affermato – desidero unire la mia voce alla vostra e accompagnarvi nella vostra lotta”.

Papa: mi dicono comunista ma amore poveri è in Vangelo. “Terra, lavoro, casa. Strano, ma se parlo di questo per alcuni il Papa è comunista” e invece “l’amore per i poveri è al centro del Vangelo” e della dottrina sociale della Chiesa. Lo ha detto il Papa ai movimenti popolari sottolineando che questo incontro “non risponde a nessuna ideologia”.

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