Papa in Gran Bretagna: “Sono in debito con voi, mi hanno educato le dame inglesi”

Pubblicato il 17 Settembre 2010 - 13:11 OLTRE 6 MESI FA

Benedetto XVI

Benedetto XVI nel suo secondo giorno di visita ufficiale in Gran Bretagna ha visitato il St Mary’s University College di Londra lasciandosi andare ad un ricordo d’infanzia: “Io stesso da giovane ragazzo sono stato educato dalle ‘Dame inglesi’ e devo loro un profondo debito di gratitudine”.

Parlando agli studenti inglesi il pontefice ha ricordati che nell’odierna “cultura della celebrità”, nella quale i giovani sono “spesso incoraggiati ad avere come modello figure del mondo dello sport o dello spettacolo”, è necessario “non accontentarsi di seconde scelte” e a “non perseguire un obiettivo limitato, ignorando tutti gli altri”.Il Papa ha indicato invece l’obiettivo di “crescere in santità”, auspicando anche che fra loro “vi siano alcuni dei futuri santi del ventunesimo secolo”.

Il dialogo con la società civile e tra diverse fedi religiose sono quindi  i temi centrali della seconda giornata di Benedetto XVI in Gran Bretagna, la prima a Londra. Il papa ha incontrato educatori e giovani, ma il clou del programma odierno è atteso nel pomeriggio, quando Ratzinger incontrerà i leader delle altre religioni, l’arcivescovo di Canterbury e gli esponenti della società civile, concludendo con una messa all’abbazia di Westminster.

Questa mattina a St Mary’s ha parlato degli istituti religiosi cattolici e ha detto agli insegnanti che il loro ruolo “non è solo quello di impartire informazioni o di provvedere ad una preparazione tecnica per portare benefici alla società”, e che “l’educazione non è e non deve essere mai considerata come puramente utilitaristica”. L’educazione, ha sottolineato Ratzinger, “riguarda piuttosto formare la persona umana, preparare lui o lei a vivere la vita in pienezza – in poche parole riguarda educare alla saggezza.

E la vera saggezza – ha aggiunto – è inseparabile dalla conoscenza del Creatore”. Quindi anche un ricordo personale, relativo in particolare all’ampia partecipazione delle donne nei compiti della formazione dei giovani: “io stesso da giovane ragazzo sono stato educato dalle ‘Dame inglesi’ e devo loro un profondo debito di gratitudine”.

Nel corso dei suoi discorsi il Papa non ha fatto alcun esplicito accenno alla pedofilia e agli abusi sessuali commessi anche da sacerdoti in istituti cattolici, limitandosi ad esprimere, nel suo saluto agli educatori, “una particolare parola di apprezzamento per coloro il cui impegno è quello di garantire che le nostre scuole assicurino un ambiente sicuro per i bambini e i giovani”. “La nostra responsabilità verso coloro che ci sono affidati per la loro formazione cristiana – ha aggiunto il Papa – non richiede nulla di meno”.