Papa, messa di Ferragosto: “Dio ha un posto per noi e non ci abbandona neppure nella morte”

Pubblicato il 15 Agosto 2010 - 10:02 OLTRE 6 MESI FA

Papa Benedetto XVI

Sceglie la speranza e la costruzione del mondo nuovo Papa Benedetto XVI per la tradizionale messa di Ferragosto officiata in mattinata nella chiesa parrocchiale di San Tomma da Villanova, a Castel Gandolfo. Secondo Ratzinger ”il cristianesimo dona una speranza forte in un futuro luminoso e apre la strada verso la realizzazione di questo futuro” e ”noi siamo chiamati come cristiani a edificare questo mondo nuovo”.

Quanto alla solennità dell’Assunzione di Maria festeggiata dalla Chiesa il 15 agosto, per il Papa è  ”una delle più importanti feste dell’anno liturgico”. Nell’omelia, il Pontefice ha ricordato  che il primo novembre di quest’anno ricorrerà  il sessantesimo anniversario della definizione dogmatica dell’Assunzione in cielo della Vergine Maria da parte di papa Pio XII.

E con questo dogma, ha spiegato Ratzinger, ”noi crediamo che Maria, come Cristo suo figlio, ha già vinto la morte e trionfa già nella gloria celeste nella totalità del suo essere, in anima e corpo”. Il Papa-teologo ha voluto soffermarsi sul fatto che ”noi tutti oggi siamo ben consapevoli che con il termine ‘cielo’ non ci riferiamo a un qualche luogo dell’universo, a una stella o a qualcos’altro. Ci riferiamo – ha proseguito – a qualcosa di molto più grande e difficile da definire con i nostri limitati concetti umani”.

“Con questo termine ‘cielo’ – ha detto ancora Ratzinger – vogliamo affermare che Dio non ci abbandona neppure nella e oltre la morte, ma ha un posto per noi e ci dona l’eternita”’. Secondo Benedetto XVI, ”la nostra serenità, la nostra speranza, la nostra pace si fondano proprio su questo: in Dio, nel suo pensiero e nel suo amore non sopravvive soltanto l’ombra di noi stessi, ma in Lui e nel suo amore siamo custoditi e introdotti con tutta la nostra vita, con tutto il nostro essere per l’eternita’ E’ il suo amore che vince la morte e ci dona l’eternità – ha concluso -. Ed è questo amore che chiamiamo cielo”.