Parte la Cavour, ma prima di Haiti si ferma in Brasile per il “visto”

Pubblicato il 19 Gennaio 2010 - 16:19 OLTRE 6 MESI FA

La Cavour nel giorno del varo, luglio 2004

È nuova e veloce la portaerei italiana “Cavour”. Anzi si è deciso di inviare questa e non altra nave in soccorso ad Haiti perché è la più veloce della flotta, le altre unità avrebbero impiegato per il viaggio quasi tre settimane. Però la “Cavour”, ammiraglia italiana, non sfrutterà tutta la sua velocità. Perché non può spingere al massimo i suoi motori usciti da appena sei mesi dall’arsenale? No, il collaudo operativo della nave e di tutti i suoi apparati è pieno e perfetto. Perché deve aspettare al molo di La Spezia dove è attraccata i bulldozer, le gru, gli autocarri, i team e il materiale sanitario necessari per la missione di soccorso? Nemmeno, è già tutto a bordo, compresi i reparti di genieri per affrontare le macerie e la fanteria per garantire la sicurezza.

E allora? Allora la “Cavour” ci metterà quasi due settimane per arrivare ad Haiti perché prima deve fare una deviazione di rotta e una sosta “diplomatica”. Deve la nave prima dirigere in un porto del Brasile per imbarcare un team medico brasiliano. Era indispensabile questo team brasiliano, senza questa squadra l’assistenza medica garantita da più di mille uomini sulla “Cavour” sarebbe risultata insufficiente? Neanche per sogno, ovviamente. La sosta brasiliana non risponde ad una logica organizzativa o sanitaria. Anzi è illogica in entrambi i casi.

La sosta brasiliana serve a mettere il “timbro” brasiliano sulla missione, una sorta di visto sul “passaporto” internazionale della “Cavour”. Sono stati i brasiliani a chiedere all’Italia una nave, sono i brasiliani ad avere ad Haiti il maggior contingente militare con la divisa dell’Onu. Quindi il Brasile vuole “mostrare bandiera” quando l’italiana “Cavour” arriverà a Port au Prince. Il governo italiano non ha fatto obiezioni, questione di buoni rapporti tra diplomazie e Stati. Qualche obiezione, se lo sapessero, potrebbero farla gli haitiani che aspettano aiuti. Qualche giorno in più, che vuoi che sia? Andate a domandarlo nelle vie di Port au Prince.