ROMA – Putin per Trump: c’è la Russia dietro lo scandalo mail anti-Clinton? Xi Jinping è tra i finanziatori di Hillary Clinton. Donald Trump rilancia l’idea di un’alleanza con la Russia contro l’Isis in caso di elezione alla Casa Bianca ma respinge ogni ipotesi di un possibile aiuto del presidente russo Vladimir Putin nelle presidenziali grazie alla divulgazione delle email del partito democratico, definendola ”una delle teorie cospirative più strane” che abbia mai sentito.
Ci aspettano, a noi europei e italiani, tempi cupi se davvero il capo della prima nazione del mondo, quello che dalla fine della guerra ci ha garantito libertà e prosperità, è al servizio di due potenze nemiche e nemiche fra loro, se nella elezione del presidente degli Usa giocano forze i cui interessi non coincidono davvero con i nostri.
La storia dei finanziamenti cinesi ai Clinton non è una novità, è vecchia di almeno 20 anni. Per fare gli interessi dei suoi finanziatori o solo perché succube di una ideologia un po’ demenziale, Hillary Clinton, come Segretario di Stato, scatenando le varie primavere arabe, con la rivolta anti Assad in Siria e la guerra a Gheddafi in Libia di cui oggi in Europa e in particolare in Italia paghiamo il prezzo maggiore.
Quanto a Trump c’è solo da avere paura, lui i danni deve ancora farli.
”Non sarebbe bello se andassimo con la Russia?”, ha detto Donald Trump in un comizio a Winston-Salem, North Carolina, affrontando il nodo del Califfato. Il tycoon ha negato di aver mai incontrato Putin ma in dicembre uno dei suoi consiglieri per la politica estera, il generale in pensione Michael Flynn, ha cenato con il leader del Cremlino.
Entourage Clinton: “Hacker russi, alla vigilia della convention…” La campagna di Hillary Clinton si difende dalle polemiche scatenate dal caso delle email contro Bernie Sanders, e accusa la Russia di essere dietro alla vicenda, con l’obiettivo di danneggiare la campagna elettorale dei democratici e favorire Donald Trump. Ad ‘hackerare’ il sistema informatico del Democratic National Committee sono stati pirati informatici russi, e il fatto che le email siano state rese pubbliche alla vigilia della convention di Filadelfia, afferma la campagna della Clinton, “non è una coincidenza”.
“Quello che sappiamo” su un possibile coinvolgimento russo nella fuga delle email del partito democratico “è quello che ci dicono gli esperti”. Lo afferma Robby Mook, il manager della campagna Hillary for America, sottolineando che le email – secondo le ricostruzioni – sarebbero state passate ad hacker con il proposito di aiutare Donald Trump.