Sarah Scazzi, i Misseri: sei personaggi, un delitto, si cerca l’autore

Pubblicato il 24 Febbraio 2011 - 00:00 OLTRE 6 MESI FA

Michele Misseri

AVETRANA – Il primo della famiglia ad irrompere prepotentemente sulla scena dell’inchiesta è stato Michele Misseri con la sua confessione nella notte tra il 6 e il 7 ottobre 2010.

Gli ultimi della famiglia a finire, non per loro volontà, sulla stessa scena sono stati il fratello e il nipote di Michele, Carmine Misseri e Cosimo Cosma. Tanti volti e un cognome che richiama sempre la tragedia di Avetrana di Sarah Scazzi: quello dei Misseri.

Il volto più noto è quello di ‘zio Michele’, 57 anni, agricoltore da una vita, uomo dallo sguardo quasi indecifrabile. Ma la sua notorietà è salita alla ribalta soprattutto per la serie di versioni contrastanti fornite ai magistrati che indagano sul delitto della quindicenne: almeno tre in poche settimane, dalla prima autoaccusa alla chiamata in correità della seconda figlia Sabrina.

Senza contare le ultime lettere scritte dal carcere nelle quali scagionerebbe Sabrina ma non accuserebbe nessuno del delitto, aumentando gli interrogativi sulla vicenda.

C’è Cosima Serrano, la moglie di Michele, sulla quale spesso si sono concentrate le attenzioni degli inquirenti. Saprebbe tutto su quanto accaduto quel 26 agosto, è il sospetto degli investigatori, ma non si è andati oltre. Lei, considerata da chi indaga il vero capofamiglia di via Deledda 20, ha sempre respinto qualsiasi coinvolgimento nella vicenda.

Non solo: mamma Cosima ha sempre difeso a spada tratta la figlia Sabrina, ritenendo che il marito abbia raccontato menzogne dopo la prima confessione. Sabrina è stata catapultata dal padre in questa terribile storia e con l’accusa più grave: quella di aver ucciso la cugina per gelosia.

Per gli inquirenti la ragazza avrebbe utilizzato i media per farsi pubblicità, sperando magari in un futuro sul piccolo schermo, ma in realtà cercando in questo modo di coprire le proprie responsabilità per il delitto. Ha sempre negato tutto negli interrogatori, ma il suo alibi sembra tutt’altro che privo di crepe.

Le crede ciecamente invece la sorella maggiore, Valentina, che vive a Roma. Nella vicenda di Avetrana la sua figura compare a sprazzi e spesso alla finestra: dalla convinzione dell’innocenza della sorella al suggerimento al padre di accettare i consigli di un altro legale di fiducia, affidandosi a lui e lasciando sul cammino quello iniziale.

Carmine Misseri, invece, sino a poche settimane fa era stato citato nell’inchiesta per via di quel telegramma inviato al fratello Michele in carcere, e che gli sarebbe stato suggerito da Valentina, con il quale lo invitava a cambiare difensore di fiducia. Ma in breve tempo le attenzioni degli inquirenti si sono spostate sul comportamento di Carmine subito dopo l’uccisione di Sarah, sino a spingere i magistrati a ritenere che abbia aiutato Michele a infilare il cadavere nel pozzo di contrada Mosca.

Cosimo ‘Mimino’ Cosma sino ad oggi sembrava fuori dalla mischia: figura molto legata allo zio Michele, assicurano gli inquirenti. E proprio per questo lui lo avrebbe aiutato, aggiungono i magistrati, a completare quell’operazione di soppressione del cadavere di Sarah che da solo, lo zio, non sarebbe mai riuscito a fare in pochi minuti senza destare sospetti. Sei personaggi, sei volti, e una famiglia che catalizza ancora, nel bene e nel male, la curiosita’ della gente.

[gmap]